ROMA - Cosa ha reso così potente Greta Thunberg, il suo messaggio in difesa dell'ambiente e del clima, in particolare durante il discorso alle Nazioni Unite? Se l'è chiesto un team di neurologi dell'Università della California di Santa Barbara, che ha approfondito il tema con un sofisticato sistema, denominato Mona: un insieme di algoritmi informatici, estrazione di parole su larga scala e valutazioni da parte di un gruppo numeroso e diversificato di persone, per decodificare l'inquadramento morale innato all'interno di testi diversi.
La risposta è che Greta ha utilizzato come strutture morali dominanti nel suo discorso due delle cinque categorie fondamentali di tutti i sistemi morali che gli umani hanno sviluppato, precisamente la contrapposizione tra cura e danno ed equità e disonestà.
Parole legate alla cura e all'equità erano ben rappresentate nel discorso di Thunberg, secondo i ricercatori. "Lo studio ha dimostrato che i liberali sono particolarmente sensibili alle violazioni della cura e dell'equità - spiega Rene Weber, direttore del Media Neuroscience Lab dell'Università Usa -, mentre gli individui conservatori tendono a porre maggiormente l'accento sulle violazioni della lealtà, dell'autorità, della santità".
Inoltre, gli studiosi hanno riscontrato che Greta fa affidamento su parole più negative quando si fa riferimento a problemi di cura e autorità, evidenziando potenzialmente la violazione di queste basi morali da parte dei leader politici.
Al contrario, sembra usare un linguaggio più positivo quando si fa riferimento a temi di correttezza e lealtà, indicando potenzialmente la sua speranza di aderire in futuro a queste basi da parte dei leader mondiali.
I ricercatori tuttavia esprimono cautela in merito ai risultati dell'analisi, aggiungendo che effetti più ampi potrebbero non rientrare nell'ambito di un'indagine relativamente rapida come quella condotta.