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Ipossia e acidificazione, pericoli per mari e clima

Secondo studio internazionale coordinato ricercatori Ateneo Pisa

Redazione ANSA PISA
(ANSA) - PISA, 8 OTT - Si chiamano ipossia e acidificazione i due pericoli che insieme possono minacciare gravemente la salute degli oceani e l'intero clima del pianeta. L'unione di questi due stress ambientali di origine antropica, secondo uno studio coordinato da ricercatori dell'Università di Pisa e pubblicato su Global Change Biology, è "in grado di minare l'equilibrio dei fondali marini, un ecosistema fragile ma fondamentale per contribuire alla cattura ed al sequestro di CO2 dall'atmosfera".

Un rischio ambientale, si spiega, messo per la prima volta a fuoco dalla ricerca, finanziata in parte dal Miur col progetto Tetris e condotta da Chiara Ravaglioli e Fabio Bulleri del Dipartimento di biologia dell'Ateneo pisano in collaborazione con il Plymouth Marine laboratory, la Southampton University e la Florida State University.

Secondo i ricercatori a minacciare l'equilibrio dei fondali marini sarebbe l'azione congiunta dei due fenomeni in gran parte dipendenti dalle attività umane: l'acidificazione corrisponde ad un aumento della concentrazione di CO2 nei mari provocato da un incremento delle emissioni di CO2 nell'atmosfera; l'ipossia deriva da una diminuzione di ossigeno negli oceani causata da accumulo eccessivo di nutrienti legato per esempio all'uso dei fertilizzanti in agricoltura. "Eventi di ipossia, come quello simulato nel nostro studio, si osservano frequentemente lungo le zone marine costiere e la previsione è che si intensifichino ulteriormente a causa dei cambiamenti climatici - spiega Ravaglioli -. Valutarne gli effetti legati all'azione simultanea dell'acidificazione è fondamentale per capire come gli ecosistemi marini risponderanno a queste condizioni in un possibile scenario futuro". Per Bulleri la ricerca fornisce "indicazioni importanti per la gestione dei sistemi marini, ad esempio la riduzione di uno stress che agisce su scala locale, come un apporto eccessivo di nutrienti, può mitigare gli impatti del cambiamento climatico come l'acidificazione sui sedimenti marini".

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