Leonardo DiCaprio si è detto "fiero di stare dalla parte dei gruppi che difendono" la foresta dell'Amazzonia, perché "il futuro di questi ecosistemi insostituibili è a rischio". La star di Hollywood - scrive Cnn - ha affidato a un breve messaggio su Instagram la risposta al presidente brasiliano, Jair Bolsonaro, che lo ha accusato apertamente di finanziare Ong che secondo lui sono "responsabili" di aver appiccato incendi alla foresta per farsi finanziare. DiCaprio ha comunque precisato nello stesso messaggio di "non aver finanziato le organizzazioni bersagliate" da Bolsonaro.
Bolsonaro ieri è tornato ad accusare le Ong ambientaliste di essere responsabili dei roghi forestali in Amazzonia, e ha chiesto che la gente, compreso l'attore Leonardo DiCaprio, non faccia donazioni ad organizzazioni "che non sono lì per proteggere l'ambiente, ma per i propri interessi". Poche ore prima la giustizia brasiliana aveva liberato quattro volontari sospettati di aver appiccato un incendio ad Alter do Chao, nello Stato del Parà, nel settembre scorso.
"Leonardo DiCaprio, lei sta collaborando con gli incendi in Amazzonia", ha detto Bolsonaro in un messaggio trasmesso su Facebook. Per giustificare l'arresto di quattro volontari dell'associazione Progetto Salute ed Allegria (Psa), la polizia del Parà ha detto che l'Ong aveva venduto 40 immagini al Wwf per 70 mila reais (circa 15 mila euro) e il Wwf, a sua volta, avrebbe ottenuto per loro donazioni, come quella di DiCaprio, da 500 mila dollari, per combattere i roghi in Amazzonia.
Il presidente brasiliano ne ha approfittato per attaccare il suo collega francese, Emmanuel Macron, sostenendo che "ora stiamo aspettando che il leader di quel grande Paese europeo ci dica qualche cosa su DiCaprio e su questa Ong". Il Wwf, da parte sua, ha negato aver ricevuto una donazione da parte dell'attore.
Poche ore prima delle dichiarazioni di Bolsonaro un giudice del Parà ha ordinato la liberazione dei quattro volontari, sottolineando che la loro detenzione non è necessaria mentre la polizia analizza i computer e i documenti che ha sequestrato nella sede del Psa a Santarem. Il governatore del Parà, inoltre, ha sostituito il responsabile dell'inchiesta sul caso, mentre la Procura dello Stato ha chiarito che nelle indagini svolte finora dalla Polizia Federale sugli incendi dello scorso settembre sono finiti nel mirino speculatori immobiliari e imprenditori che occupano illegalmente terreni pubblici, e non i volontari delle Ong che partecipano alla lotta contro la deforestazione in Amazzonia.