Delegati da tutti i 21 Paesi del Mediterraneo riuniti a Napoli per delineare una strategia comune sulla tutela dell'ambiente marino compatibile con lo sviluppo della Blue Economy. E' questa la Cop 21, la conferenza delle parti dei 21 Paesi, più l'Unione Europea, a Napoli dove resterà riunita fino a giovedì. I delegati dei Paesi che si affacciano sul Mar Mediterraneo, Nord Africa e Medio Oriente compresi, darà vita alla Carta di Napoli su tutela della biodiversità, aree marine protette nazionali e transnazionali, marine litter, inquinamento e bioeconomy.
Riduzione dei rifiuti marini, economia blu, tutela della biodiversità e delle aree marine protette, contenimento dei cambiamenti climatici: sono alcuni dei temi al centro dei negoziati in corso, nelle sale del Castel dell'Ovo, tra le delegazioni di 20 Stati del Mediterraneo (Albania, Algeria, Bosnia ed Erzegovina, Croazia, Cipro, Francia, Grecia, Israele, Italia, Libano, Libia, Malta, Monaco, Montenegro, Marocco, Slovenia, Spagna, Siria, Tunisia, Turchia) e dell'Unione Europea. I Paesi firmatari della Convenzione di Barcellona hanno deciso di incontrarsi a Napoli per riesaminare i progressi e adottare misure urgenti per proteggere gli ecosistemi mediterranei. Il Mediterraneo rappresenta solo l'1% della superficie oceanica del mondo ma ospita fino al 18% delle specie marine conosciute e presenta una delle più alte concentrazioni di rifiuti marini: oltre 100.000 articoli in microplastica e fino a 64 milioni di particelle di rifiuti galleggianti per ogni chilometro quadrato.
"Non solo dialoghi - ha spiegato il ministro dell'Ambiente Sergio Costa aprendo la Cop - ma distribuzione di impegni per contrastare le problematiche del Mediterraneo. L'Italia si è già fortemente impegnata, e porta al tavolo la legge Salvamare e il contrasto alle plastiche, poi c'è l'impegno supplementare con le aree marine protette, che vogliamo sviluppare ancora di più anche in chiave transnazionale, e quello sulla biodiversità. Il Mediterraneo è la nostra casa comune, dalla cui salute dipendono le prospettive di benessere e pace per i nostri figli. I dati che lo riguardano sono però allarmanti: negli ultimi anni abbiamo infatti avuto una riduzione delle specie e molte altre rischiano l'estinzione".
Le principali minacce che stanno mettendo a rischio specie, habitat e interi ecosistemi del nostro patrimonio naturale sono l'effetto dell'impatto delle attività umane legate all'urbanizzazione, le specie invasive, l'inquinamento, la frammentazione e il consumo di suolo: "Questi dati - ha affermato Costa - ci impongono un cambiamento immediato a livello globale affinché le nostre risorse, i nostri ecosistemi, i nostri mari e oceani, possano essere maggiormente tutelati e protetti. Desidero sottolineare la centralità della Convenzione di Barcellona, dei suoi protocolli, dei suoi centri specializzati e delle persone che la animano che sono il portato del nostro essere mediterranei, e che si trovano oggi ad agire in un quadro di crescenti difficoltà sul piano ambientale e geo-politico prima ancora".
In apertura della prima giornata della Cop 21 - dopo momenti di tensione con l'intervento delle forze dell'ordine che hanno rimosso il blocco dei giovani aderenti al movimento 'Fridays For Future' - è intervenuto il sindaco di Napoli Luigi de Magistris che ha sottolineato che "Napoli è una città europea del Mediterraneo ma abbiamo il cuore in Africa e in Medio Oriente. Siamo una città senza soldi ma dal basso lottiamo contro i cambiamenti climatici ad esempio come unica città italiana che ha l'acqua pubblica gestita dal Comune e non dalle multinazionali, o varando il lungomare plastic free. Con il cuore siamo vicini a tutti quei Paesi che nel Mediterraneo non costruiscono muri e filo spinato ma dialogo".