(ANSA) - Greenpeace lancia a Napoli - dove si svolge la Cop21, la Conferenza delle Parti della Convenzione di Barcellona, che riunisce i governi dei Paesi che si affacciano sul Mediterraneo - l'operazione "Mare Caldo", per monitorare gli impatti dei cambiamenti climatici nel nostro mare.
Secondo il rapporto "Mare Caldo", lanciato oggi da Greenpeace, gli oceani del pianeta svolgono un ruolo cruciale contro i cambiamenti climatici, assorbendo calore e CO2 dall'atmosfera.
Si stima che gli oceani abbiano assorbito circa il 90 per cento del calore dovuto al riscaldamento globale, ma ne stanno anche soffrendo le conseguenze. Il riscaldamento del mare, l'acidificazione e la perdita di ossigeno stanno iniziando ad avere gravissimi impatti sulla biodiversità marina e non solo.
Lo scioglimento dei ghiacci e l'aumento del livello del mare minacciano la vita di migliaia di persone. Nel Mediterraneo, bacino semi-chiuso e fortemente impattato dalle attività umane, le conseguenze dei cambiamenti climatici sono particolarmente evidenti. Si stima che in Italia le temperature superficiali siano aumentate di circa 2 gradi negli ultimi 50 anni, e che l'innalzamento medio annuo del livello del mare sia stato di circa 2,4 millimetri negli ultimi 20 anni.
"Per capire cosa sta succedendo abbiamo installato insieme all'Università di Genova una stazione pilota per la misurazione delle temperature del mare vicino alla costa nord-occidentale dell'Isola d'Elba", spiega Giorgia Monti, responsabile campagna Mare di Greenpeace Italia.