"Durante le mie esplorazioni, mi chiedo spesso se un giorno tutto il pianeta diventerà un enorme deserto. Un ciclo naturale complesso, che si è sviluppato in milioni di anni, lo stiamo distruggendo, o peggio, lo stiamo modificando, per soddisfare desideri che durano un giorno, invece di valorizzarlo per soddisfare bisogni che devono durare nel tempo".
Lo scrive in un comunicato Max Calderan, l'atleta veneto che detiene quattordici record mondiali di esplorazione desertica, in occasione della Giornata mondiale contro la desertificazione.
"Cercare acqua sul pianeta Marte, in contemporanea all'azione quotidiana di inquinamento della stessa, diventa il simbolo della incoerenza dell'essere umano - commenta Calderan -: uccidere la Madre che ci ha messo al mondo e che ancora ci nutre".
Fra gennaio e febbraio, l'atleta veneto ha attraversato in solitaria i 1.100km del deserto di sabbia più grande al mondo: il Quarto Vuoto, il Rub Al Khali in Arabia Saudita, l'ultima frontiera inesplorata della terra. Fra le sue imprese ci sono anche l'attraversamento per 90 ore consecutive senza fermarsi in Oman lungo la linea del Tropico del Cancro e i 360 chilometri in 75 ore (in estate, per giunta) in Arabia Saudita.