ROMA - La lotta ai cambiamenti climatici si fa anche agendo sulla produzione e il consumo di cibo. La trasformazione dei sistemi alimentari, infatti, puo' infatti ridurre del 20% le emissioni globali, Negli impegni nazionali da formalizzare con l'Accordo di Parigi, tra cui limitare il riscaldamento a 1,5 gradi, quindi, occorre tener conto anche del sistema alimentare globale. E' quanto emerge da dal nuovo report del Wwf, Programma delle Nazioni Unite per l'Ambiente (Unep), Eat e Climate Focus che individua 16 modi in cui i decisori politici possono agire dal campo alla tavola. Modificare i propri consumi dimezzando gli sprechi alimentari e adottando regimi alimentari più ricchi di vegetali; ridurre il cambiamento d'uso del suolo e la conversione degli habitat naturali; prevenire le perdite di cibo; migliorare i metodi di produzione e ridurre le emissioni di metano provocate dagli allevamenti di bestiame: queste alcune delle 16 azioni nel settore alimentare suggerite nel report contro i cambiamenti climatici Ad oggi, ricorda il Wwf, "l'alimentazione e le diete, le perdite e gli sprechi di cibo sono fattori ampiamente ignorati, ma se i politici li inserissero tra i target settoriali all'interno dei piani nazionali per il Clima, potrebbero ridurre fino al 25% le emissioni globali"."Senza una trasformazione radicale su come produciamo e consumiamo il cibo, non potremo raggiungere i nostri obiettivi climatici o di conservazione della biodiversità, che sono la base per ottenere una sicurezza alimentare, prevenire l'insorgere di malattie e, in ultima analisi, raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile. Ecco perché esortiamo i Governi a includere una strategia per avere sistemi alimentari rispettosi e positivi per il clima e per la natura nei nuovi e più ambiziosi presentati quest'anno", ha dichiarato Marco Lambertini, Direttore Generale WWF-International.