Nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) predisposto per accedere ai fondi europei di next generation Eu "ci sono importanti gap da colmare per puntare davvero alla decarbonizzazione e alla ripresa", per questo si chiede "un confronto e una procedura formale di consultazione". Lo dicono le associazioni ambientaliste Wwf, Legambiente, Greenpeace, Kyoto Club e Transport & Environment (T&E) ribadendo che il Pnrr "deve essere una strategia che moltiplichi le risorse" e "non una somma di progetti".
Il timore delle associazioni è che si arrivi a presentare "una somma di progetti" che "possono anche passare il vaglio dell'Europa - spiegano - ma senza impostare la crescita necessaria e assicurare la decarbonizzazione". Sostengono che il Pnrr debba prevedere una "procedura formale di consultazione e coinvolgimento delle parti sociali e della società civile, per innescare una visione condivisa di una green and just transition e un'azione collettiva che possa costituire la forza trainante delle riforme e della ripresa".
Le associazioni chiedono "confronto e consultazione" in particolare "sulle garanzie che l'impostazione del Piano corrisponda ad una visione strategia di decarbonizzazione nei settori chiave della transizione energetica; sulle riforme che devono includere l'introduzione di un programma di fiscalità ambientale a fronte di una riduzione del costo del lavoro, l'eliminazione dei sussidi ambientalmente dannosi e una proposta di governance efficace sul clima per tutti i livelli di sussidiarietà; sull'introduzione di criteri minimi per l'assegnazione delle risorse Ngeu che prevedano una lista d'esclusione per progetti che impiegano combustibili fossili e la garanzia che i programmi di spesa" comprovino la loro efficacia.