MILANO - Il fotovoltaico in Italia avanza con passo lento e regolare, nonostante risenta ancora della forte battuta d'arresto provocata dalla fine degli incentivi: nel 2015 gli impianti in esercizio hanno raggiunto le 660.000 unità, per 18,9 gigawatt installati e con 25,2 terawattora prodotti, hanno soddisfatto l'8% del fabbisogno annuale di energia elettrica. A fotografare la situazione sono gli esperti di Rse (Ricerca sul sistema energetico) nell'ultima monografia della collana RSEview dal titolo 'Fotovoltaico: power to the people?', illustrata nel corso di un incontro con i rappresentanti di Commissione Europea, Mise, Gse, Terna ed Enel.
La pubblicazione fa il punto sui più recenti risultati della ricerca e guarda alle prospettive tecnologiche per poter affrontare una nuova 'primavera' del fotovoltaico, necessaria per raggiungere gli obiettivi fissati dai protocolli internazionali che pongono la generazione da rinnovabili al centro del nuovo sistema di economia circolare e sostenibile.
Secondo Stefano Besseghini, amministratore delegato di Rse, ''quello attuale è un momento fecondo e interessante'' per il settore del fotovoltaico, che uscito ''dagli eccessi della incentivazione, ha superato l'impatto di una profonda depressione causata dal venir meno delle sovvenzioni e, grazie all'evoluzione darwiniana degli operatori, ha ora lasciato attive sul mercato aziende che possono essere credibili interpreti del rilancio''. I dati illustrati da Luigi Mazzocchi, direttore del Dipartimento tecnologie di generazione e materiali di Rse, indicano che l'Italia se la cava ancora bene nella produzione di inverter, mentre rimane più limitata la capacità produttiva delle aziende costruttrici di moduli fotovoltaici.
''Con la fine degli incentivi è calato notevolmente il settore delle installazioni - spiega Mazzocchi - mentre sono cresciute le società specializzate nel monitoraggio e nella gestione degli impianti, anche se il settore rimane frammentato''.