RIMINI - "L'Italia, con un adeguato sistema legislativo, sarebbe nelle condizioni di raggiungere una produzione di 8,5 miliardi di metri cubi di biometano al 2030 accrescendo competitività e sostenibilità delle aziende agricole". Questo il pensiero dei firmatari della 'piattaforma tecnologica nazionale sul (bio)metano' - espresso in occasione della sigla del documento programmatico, ad Ecomondo a Rimini Fiera - che unisce industria, trasporti, settore agricolo, utilities ed associazioni ambientaliste (tra cui il coordinamento del Consorzio italiano compostatori e del Consorzio italiano biogas e la partecipazione di Anigas, Assogasmetano, Confagricoltura, Fise-Assoambiente, Legambiente, Ngv Italy, Utilitalia) "per far sì che l'Italia diventi produttore di uno dei biocarburanti avanzati più promettenti".
La piattaforma - viene spiegato - "intende valorizzare le soluzioni tecnologiche innovative per far sì che l'Italia diventi uno dei principali produttori di biometano ed esprima tutto il potenziale futuro delle attività produttive, della rete gas e della mobilità". Guardando infatti alle potenzialità italiane "l'Italia è il secondo produttore di biogas europeo, dopo la Germania. A fine 2015 risultano operativi nel Paese circa 1.555 impianti di biogas, il 77% dei quali alimentato da matrici agricole".
Il biometano può esser ricavato sia dai sottoprodotti di origine agricola sia dalla frazione organica dei rifiuti urbani derivante dalla raccolta differenziata. Si tratta, concludono i firmatari, di "una risorsa strategica per la quale tuttavia nella normativa nazionale mancano ancora alcuni punti regolamentari; cosa che impedisce l'operatività del settore".