Cambiare nome all'acronimo che identifica la Strategia energetica nazionale, passando dall'attuale Sen a Sec, Strategia energetico-climatica. Questa la proposta lanciata dal Coordinamento Free (Fonti rinnovabili ed efficienza energetica) che, nel corso di una conferenza alla Camera, ha presentato un documento ad hoc in cui si tiene conto, anche sotto il profilo economico, dell'obiettivo indicato dall'Accordo raggiunto alla Cop21 a Parigi; e cioè il contenimento entro i due gradi centigradi dell'aumento della temperatura media globale.
"Chiederemo al presidente del consiglio e al ministro dello Sviluppo economico - spiega il presidente del Coordinamento Free, Giovan Battista Zorzoli - di essere fin d'ora coinvolti e chiamati a partecipare all'annunciata stesura della Strategia energetica nazionale".
Assi portanti della nuova Strategia: condivisione attraverso un processo preliminare di consultazione; orizzonte temporale al 2050 e indicazioni operative al 2030; crescita sostenuta dell'energia prodotta con fonti rinnovabili, in modo da coprire il 100% della domanda nel 2050; obiettivi e azioni coerenti con il quadro Strategico complessivo.
"A me la sigla Sec, Strategia energetico-climatica, piace. Mi piace questa combinazione tra energia e clima; è un binomio inscidibile" ha affermato il presidente dell'Autorità per l'energia elettrica il gas e il sistema idrico Guido Bortoni spiegando che "ogni strategia deve essere anche un'azione, un'iniziativa attiva non può fermarsi a una semplice 'omelia', che non considera tutta la parte di strumentazione necessaria, di politiche pubbliche che permettano di passare dagli obiettivi alle azioni. Invece bisogna mettere in campo tutta una serie di strumenti per passare da una Strategia che non sia soltanto voluta ma che abbia anche un'azione concreta". "Nel passato era molto facile arrivare dall'ideazione alla creazione - rileva il presidente dell'Authority - ora noi abbiamo una pluralità di attori. Ma quest'ultimi non sono solo gli operatori di mercato. Siccome si va verso la 'domanda', è chiaro che la 'domanda' è il nuovo segmento della Sec perché è lì che bisogna attivare tutta una serie di comportamenti coerenti con la Strategia; la Sec va sulle spalle anche di cittadini e imprese. Coinvolgere questi soggetti prevede un coinvolgimento dal basso, almeno nella fase preliminare e poi nella fase di implementazione".
"La Strategia energetica non è un giocattolo del passato. E' una Strategia complessiva. Condivido il fatto che questa possa esser fatta solo se diventa Strategia del governo. Non possiamo rifare gli errori del passato" ha detto il presidente della commissione Ambiente alla Camera Ermete Realacci intervenendo alla conferenza del Coordinamento Free. Secondo Realacci - che apprezza la proposta della Sec - tra le cose fondamentali, c'è quella di "far capire che questa è una prospettiva economica vincente. Ed è qui la sfida. Anche perché ricordiamoci che in Usa c'è un signore che si chiama Trump, a cui bisogna dimostrare che questa economia e più forte". Inoltre "c'è la responsabilità del governo ma anche dei cittadini perché alcune politiche, anche se buone, se poi vengono fatte male si frenano dei settori importanti. Serve un segnale chiaro del governo ma anche da parte di istituzioni, imprese e società civile".
"Chiediamo a Calenda di abbandonare strategie fossili ritagliate su grandi player. Serve una strategia energetica nazionale che guardi alle rinnovabili. La tradizionale Sen, la Strategia energetica nazionale, non è sufficiente, né per il nostro Paese, che da una strategia genuinamente rinnovabile potrebbe trarre enormi benefici, né per garantire gli impegni assunti a livello internazionale con gli accordi di Parigi" ha detto il deputato di Possibile Pippo Civati a margine della conferenza stampa. "Chiediamo di conseguenza a Calenda, anche alla luce della consulenza richiesta alla Boston Consulting Group per la revisione della Sen - ooserva Civati - di abbandonare strategie fossili ritagliate sugli interessi dei grandi player dell'energia per avviare un confronto pubblico che porti all'elaborazione di una Sec - Strategia energetica climatica - così come già avviene in altri Paesi europei". "Siamo di fronte a una grande possibilità - prosegue - alla necessità di nuove risorse energetiche possiamo oggi rispondere scegliendo di coinvolgere le comunità locali nella costruzione di nuovi sistemi di produzione, liberandoci dalla dipendenza non solo dalle energie fossili, ma anche dalle grandi imprese private e dalle relazioni pericolose con alcuni Paesi, mettendo in moto un processo virtuoso, sostenibile a livello ambientale e capace di creare posti di lavoro". "Quando parliamo di energia - conclude Civati - dovremmo parlare anche di modello di sviluppo, di economia circolare, di sostenibilità ambientale, di settori economici strategici, di piccola e media impresa, di sviluppo delle nostre città. Per tutti questi motivi è necessario un dibattito esteso, coinvolgendo tutta la cittadinanza e aprendo a tutte le forme di partecipazione pubblica".