Gli automobilisti italiani sono pronti per utilizzare il biometano come combustibile per i propri veicoli alimentabili a gas, ma non è ancora possibile stabilire quando arriverà il momento in cui sarà possibile fare il pieno con metano di origine agricola - e quindi totalmente rinnovabile - anziché con quello estrattivo. Lo ribadisce uno studio realizzato dalla Federmetano che fa il punto sull'applicazione di questa importante fonte energetica anche nell'ambito dei trasporti. ''E' dalla pubblicazione del decreto interministeriale del 05.12.2013 - ha sottolineato Stefano Franciosi, responsabile del reparto carri bombolai e vicepresidente di Federmetano - che aspettiamo che il decreto sul biometano trovi applicazione e possa dare, finalmente, l'avvio all'intera filiera, che conta un potenziale stimato pari a 1,5 miliardi di fatturato e circa 4.000 addetti. Il settore è però fermo da 3 anni''.
Inoltre l'uso di biometano come carburante (che già avviene in altri Paesi) permette azzeramento della CO2 emessa, rilancio e sviluppo per il settore agricolo coinvolto, riduzione della dipendenza energetica dall'estero e forti investimenti per la progettazione e realizzazione di impianti di biometano.
''In Italia - continua Franciosi - il mercato del biometano è maturo e disponibile: siamo il Paese con il maggiore parco macchine d'Europa, circa 1 milione di veicoli circolanti a metano, dotato di una rete infrastrutturale presente su tutto il territorio nazionale. Siamo esportatori di componentistica industriale in tutto il mondo e non mancano sul mercato i modelli di veicoli a metano. La filiera è pronta ma è necessario che i decisori politici diano l'input necessario affinché sia possibile che il biometano, fonte totalmente rinnovabile, abbia il suo sviluppo come declinazione del metano per autotrazione; insomma un vero e proprio vettore energetico e di trasporto ad emissioni zero''. (ANSA).