In Africa una persona su tre non accede all'elettricità, ma il continente è ricco di risorse energetiche, sia tradizionali sia rinnovabili, che potrebbero diventare una grossa opportunità di investimento per il settore.
È quanto emerge dall'Atlante delle risorse energetiche africane presentato oggi dall'Unep, il programma ambientale dell'Onu, e dalla African Development Bank al World Economic Forum in corso a Durban in Sudafrica.
Il rapporto indica che nel continente il consumo di energia è il più basso al mondo, mentre i consumi pro capite sono rimasti praticamente invariati dal 2000. L'attuale produzione energetica, spiega l'Onu, non è sufficiente a sostenere la domanda, in crescita. Gli esperti hanno calcolato che un terzo della popolazione africana non ha accesso all'elettricità e che oltre la metà (53%) dipende dalle biomasse per cucinare e riscaldarsi. Un bollitore per il tè acceso per due volte da una famiglia britannica usa cinque volte l'elettricità che un abitante del Mali utilizza in un intero anno.
L'Atlante, spiega Juliette Biao Koudenoukpo, direttore dell'ufficio africano dell'Unep, dimostra che "gli investimenti in infrastrutture per energie verdi possono spingere lo sviluppo economico africano e avvicinarlo al raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile". Fra tutte le fonti a disposizione, in Africa la più usata è il petrolio (42%), seguita da gas (28%), carbone (22%), idroelettrico (6%), rinnovabili (1%) e nucleare (1%). Le fonti pulite sarebbero largamente a disposizione: il solare avrebbe un potenziale "praticamente illimitato" (di 10TW), ma abbondano anche l'idroelettrico (359 GW), l'eolico (110 GW) e le fonti geotermiche (15 GW).