ROMA - Continuano a dominare le fonti fossili negli Stati Uniti, dove tuttavia la loro quota nel mix energetico sta progressivamente scendendo, mentre aumenta quella delle fonti rinnovabili. Stando all'Energy Information Administration (Eia), l'agenzia statistica indipendente del Dipartimento Usa dell'energia, nel 2016 petrolio, gas naturale e carbone hanno generato l'81% dell'energia consumata nel Paese, "la percentuale più bassa dell'ultimo secolo".
Parallelamente, la quota delle rinnovabili è aumentata, arrivando a soddisfare il 10,2% della domanda energetica. La cifra è la più alta dagli anni Trenta, quando i consumi complessivi - spiegano gli esperti - erano più bassi e l'uso di biomasse, soprattutto legno, era relativamente elevato.
Nel dettaglio, l'anno scorso il mix energetico statunitense è stato composto per il 37% dal petrolio, per il 29% dal gas naturale e per il 15% dal carbone. Il consumo di carbone è diminuito del 9% nel 2016, dopo essere calato del 14% nel 2015.
Dal 2005, si legge nel rapporto, l'uso del carbone è sceso del 38%. Trend opposto per il gas naturale, il cui impiego è cresciuto in 9 degli ultimi dieci anni. Sempre in base ai dati, il nucleare si è attestato al 9%.