ROMA - Da qui al 2050, 139 Paesi nel mondo potrebbero alimentarsi al 100% grazie all'energia di sole, acqua e vento, senza bisogno di combustibili fossili. Ne è convinto un team di ricercatori capitanato dall'università di Stanford, che in uno studio delinea i cambiamenti infrastrutturali necessari a raggiungere l'obiettivo.
Gli interventi utili per dire addio a petrolio e carbone, scrivono gli studiosi sulla rivista Joule, porterebbero una serie di benefici. Tra questi la creazione, nel complesso, di 24 milioni di posti di lavoro. Soprattutto, imboccare la "strada verde" consentirebbe di evitare tra i 4 e i 7 milioni di morti annue legate all'inquinamento dell'aria. Tra costi climatici e sanitari, inoltre, si potrebbero risparmiare 20mila miliardi di dollari.
I vantaggi di passare al 100% di rinnovabili interessano anche l'Italia. Il bilancio tra posti di lavoro creati nelle energie pulite e posti persi nelle energie tradizionali porterebbe a un attivo di 485mila nuove occupazioni, mentre le morti evitabili ogni anno si attesterebbero tra le 5mila e le 45mila. Nel Belpaese il solare è avvantaggiato. Ad esempio, si legge nello studio, ci sono 737 km quadrati di tetti adatti a ospitare pannelli fotovoltaici.