ROMA - Il Massachusetts Institute of Technology (Mit) è in corsa per rendere disponibile la fusione nucleare nei prossimi 15 anni. Ha appena costituito a questo scopo l'azienda Commonwealth Fusion Systems (Cfs), alla quale, come rende noto il Mit sul suo sito, partecipa l'italiana Eni con 50 milioni di dollari. L'obiettivo è realizzare la fusione utilizzando i superconduttori ad alta temperatura già in commercio.
I superconduttori ad alta temperatura già in commercio, secondo il centro di ricerca americano, potrebbero portare allo sviluppo di un reattore più piccolo, più economico e più facile da costruire rispetto ai progetti in corso, compreso il progetto internazionale Iter (International Thermonuclear Experimental Reactor) in fase di sviluppo nel Sud della Francia. Quest'ultimo vede la collaborazione tra Unione Europea, Giappone, Federazione Russa, Stati Uniti, Cina, Corea del Sud e India e vi partecipa anche l'Italia, che ha come capofila l'Enea. La prima sfida del progetto del Mit sarà quella di trasformare i superconduttori in elettromagneti di grandi dimensioni in grado di generare i potenti campi magnetici destinati a sollevare e confinare la materia che si ottiene dal processo di fusione nucleare, cioè il plasma, per evitare che entri in contatto con le pareti della struttura che la ospita. Le alte temperature di questa forma della materia rendono infatti necessario contenerla grazie ai campi magnetici, altrimenti la struttura si scioglierebbe. Entro i successivi 10 anni, il Mit punta a sviluppare il prototipo di un reattore, alla base di una centrale pilota in grado di produrre 200 megawatt di energia.
"La fusione - ha detto l'amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi - è la vera fonte energetica del futuro, poiché completamente sostenibile, non rilascia né emissioni né scarti, ed è potenzialmente inesauribile. Un traguardo che noi di Eni siamo sempre più determinati a raggiungere in tempi brevi". Eni - ha concluso - compie un notevole passo avanti verso lo sviluppo di fonti energetiche alternative con un sempre minor impatto ambientale". L'ingresso di Eni nella Cfs sarà perfezionato entro il secondo trimestre del 2018.