L'Ue deve darsi obiettivi più ambiziosi su rinnovabili ed efficienza energetica, migliorando le condizioni con cui i cittadini contribuiscono alla produzione di energia. E' il messaggio che 35 attivisti di Greenpeace da 8 Paesi europei hanno indirizzato ai ministri dell'energia, oggi riuniti in Lussemburgo per discutere dei nuovi target al 2030 per rinnovabili ed efficienza. Dai ministri si attende un'accelerazione sui due dossier, a pochi giorni dall'ultimo appuntamento per negoziare una posizione Ue con le altre istituzioni europee.
Gli attivisti hanno accolto i ministri srotolando due striscioni con i messaggi (in inglese): “Il nostro sole. La nostra energia. Il nostro futuro” e “Rinnovabili = Azione per il clima”. Gli attivisti hanno inoltre aperto un sole gigante, composto da messaggi provenienti da centinaia di cittadini europei che chiedono all’Ue l’abbandono di combustibili fossili e nucleare, in favore delle fonti rinnovabili.
L’incontro si svolge a due giorni dall’ultima sessione di negoziati tra Parlamento, Consiglio e Commissione europea sulla Direttiva Ue per l’energia rinnovabile. Le posizioni di Parlamento e Consiglio sono molto distanti tra loro, con quest’ultimo - spiega Greenpeace - che sta giocando al ribasso sugli obiettivi climatici e sta cercando di ostacolare la produzione di energia nelle mani dei cittadini. Mentre il nuovo governo spagnolo si è subito schierato in favore delle energie rinnovabili, c’è molta attesa per vedere quale sarà la posizione del governo italiano appena insediatosi , che potrebbe risultare decisiva per creare nuovi equilibri all’interno del Consiglio europeo.
"Ci attendiamo che il nuovo governo, con Di Maio alla guida del Ministero dello Sviluppo Economico, si schieri in favore di rinnovabili e generazione distribuita. Del resto, alcuni dei cavalli di battaglia del Movimento 5 Stelle in campagna elettorale sono stati proprio la difesa del clima e la produzione di energia nelle mani dei cittadini. È dunque il momento di essere coerenti e passare dalle parole ai fatti», dichiara Luca Iacoboni, responsabile della campagna Energia e Clima di Greenpeace Italia. "Nei prossimi giorni si deciderà il futuro energetico dell’Europa, e dell’Italia, per i prossimi dieci anni. Vedremo se il nostro Paese starà dalla parte dei cittadini e dell’ambiente o se continuerà a supportare le grandi aziende che inquinano il Pianeta e fanno profitti con i combustibili fossili", conclude.
Attualmente alcuni Stati come Belgio, Francia, Lussemburgo, Olanda e Svezia hanno pubblicamente evidenziato l’urgenza di combattere i cambiamenti climatici e l’importanza di questo momento. Altri Paesi, tra cui Polonia, Ungheria e anche Germania - ricorda l'associazione ambientalista - stanno invece chiedendo ulteriori sussidi per centrali a carbone e cercando di disincentivare la produzione di energia da parte dei cittadini La posizione espressa dal Consiglio europeo sarà fondamentale in vista della imminente chiusura dei negoziati sulla Direttiva Rinnovabili. Il 13 giugno infatti è prevista l’ultima sessione di negoziazioni tra Parlamento europeo, Consiglio e Commissione, il cosiddetto trilogo. Al momento le discussioni sono intense e le posizioni dei vari organi molto distanti tra loro, ma un cambio di rotta da parte dell’Italia può essere decisivo per modificare gli equilibri e chiudere un accordo che sia positivo per il Pianeta e per le persone che lo abitano.