BELGRADO - L'ipotesi di realizzare un secondo reattore alla centrale nucleare di Krsko, in Slovenia, è stata rimessa di recente sul tavolo dal governo di Lubiana. Lo scorso mese di agosto, il premier sloveno Marjan Sarec aveva fatto sapere che la Slovenia avrebbe fatto "tutti gli sforzi" possibili per realizzare il progetto, dal momento che il Paese "avrà bisogno di più elettricità". Dichiarazioni che nelle scorse settimane hanno provocato reazioni negative da parte delle vicine Italia e Austria, dove ecologisti e politici locali hanno chiesto a Vienna di opporsi al progetto.
Fra i timori più ricorrenti, quello che Krsko sia stata costruita in un'area sismica, una paura che già negli anni passati aveva spinto autorità e politici dei due Paesi confinanti, esperti, gruppi ambientalisti e attivisti a chiedere la chiusura dell'impianto. Le autorità slovene hanno tuttavia sempre assicurato che la centrale è fra le più sicure in Europa.
Secondo due geologi, Kurt Decker e Livio Sirovich, l'area dove è sorta la centrale ha un rischio sismico significativamente più alto di quanto si pensava ai tempi della costruzione. In un'intervista all'ANSA, entrambi gli studiosi hanno palesato timori sulla possibilità di un secondo reattore nello stesso sito.