ROMA - La transizione energetica, in Italia, sta attraversando una fase di stallo, principalmente a causa della mancata diminuzione delle emissioni di gas serra, del rallentamento nella produzione da fonti rinnovabili e dell'andamento dei prezzi che, nell'insieme, rimangono superiori alla media Ue. Ad affermarlo è l'Analisi del sistema energetico italiano diffusa oggi dall'Enea.
Per i primi sei mesi dell'anno, evidenzia un peggioramento (-5%) dell'indice Enea-Ispred, che misura la transizione energetica sulla base dei prezzi dell'energia, della decarbonizzazione e della sicurezza nel sistema energetico nazionale.
"Di queste tre variabili dell'indice - spiega Francesco Gracceva, il ricercatore dell'ENEA che coordina l'Analisi -, solo la sicurezza ha segnato un andamento positivo (+5%), soprattutto grazie all'ampia disponibilità di materia prima sui mercati internazionali, mentre i prezzi e la decarbonizzazione registrano, rispettivamente, un -11% e un -8%, andando a penalizzare l'indice".
L'Enea evidenzia nei primi sei mesi del 2019, rispetto allo stesso periodo del 2018, una diminuzione complessiva della produzione da fonti rinnovabili (-2,5%), soprattutto a causa del crollo dell'idroelettrico (-17%). "Nonostante la stagnazione dell'economia, l'arretramento della produzione industriale in particolare nei settori energy intensive e il calo dei consumi di energia primaria (-1%), nei primi sei mesi dell'anno le emissioni di CO2 non sono scese, a causa della decisa accelerazione nel secondo trimestre (+4%)".
I prezzi, nonostante i forti ribassi dei mercati all'ingrosso, si attestano su valori superiori rispetto alla prima metà del 2018: in particolare, i prezzi del gas sono aumentati del 10% per i consumatori industriali e dell'8% per i domestici, a fronte di un incremento medio Ue del 5%, mentre l'energia elettrica ha segnato un + 7%, sia per i consumatori industriali che per i domestici, contro un +4% della media Ue.