Investire in modo massiccio, intorno ai 130mila miliardi di dollari, nelle energie rinnovabili, in un percorso di profonda decarbonizzazione, può consentire entro il 2050 a livello globale il taglio di almeno il 70% di anidride carbonica (sino ad arrivare a emissioni zero), un incremento più alto del Pil globale, con altri 98.000 miliardi di dollari (2,4%), e di ulteriori 42 milioni di posti di lavoro considerando anche il campo dell'efficienza energetica e settori correlati.
La previsione è dell'Agenzia Internazionale per le Energie Rinnovabili (Irena) nel primo "Global Renewables Outlook" secondo cui ogni dollaro speso nella trasformazione energetica si ripaga con tre-otto dollari per cui puntare sull'energia rinnovabile rappresenta un'opportunità non solo per abbandonare il carbone e cercare di mettere a segno gli obiettivi climatici indicati dall'accordo di Parigi del 2015 ma anche per sostenere una ripresa economica sempre più necessaria e urgente in tempi di Covid-19.
"I governi stanno affrontando una prova difficile per portare sotto controllo l'emergenza sanitaria e per applicare misure di stimolo alla ripresa economica - osserva il direttore generale di Irena Francesco La Camera - Accelerando con le energie rinnovabili e rendendo la transizione energetica parte integrante del più ampio piano di ripresa, i governi possono raggiungere molteplici obiettivi economici e sociali nel perseguimento di un futuro resiliente che non lascia nessuno indietro".
L'Outlook parla di uno scenario di trasformazione energetica (Transforming Energy Scenario) che si può rafforzare con una prospettiva di profonda decarbonizzazione (Deeper Decarbonisation Perspective) e spiega che sostanziosi investimenti produrrebbero un risparmio di otto volte superiore ai costi, tenendo conto dell'impatto negativo dei combustibili fossili sulla salute e sull'ambiente.
Grazie ad un'aria più pulita, la salute e il benessere delle persone migliorerebbero in ogni parte del mondo. La strada che porta verso emissioni-zero si basa su 5 pilastri tecnologici e in particolare sull'uso di idrogeno verde, cioè prodotto da fonti 100% rinnovabili, carburanti sintetici, elettrificazione diretta, biocarburanti avanzati di pari passo con modelli di business innovativi, cambiamenti strutturali e adattamento dei comportamenti.
In particolare, la trasformazione del sistema energetico farebbe quadruplicare i posti di lavoro a 42 milioni, espandere l'occupazione a 21 milioni nel settore dell'efficienza energetica a cui se ne aggiungerebbero 15 milioni nella flessibilità del sistema. "L'outlook di Irena - spiega La Camera - mostra i modi per costruire economie più sostenibili, eque e resilienti allineando gli sforzi per una ripresa a breve termine con gli obiettivi a medio e lungo termine dell'Accordo di Parigi e dell'Agenda delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile".
L'Outlook spiega che l'abbandono dei combustibili fossili nell'ottica della sicurezza climatica richiederebbe investimenti energetici di 110.000 miliardi di dollari entro il 2050 ma per raggiungere la totale neutralità del carbonio occorre aggiungere altri 20 trilioni (cioè 20mila miliardi) di dollari. Il rapporto include 10 schede regionali che delineano il percorso dettagliato verso un'economia decarbonizzata per ogni regione.
Il Sudest asiatico, l'America Latina, l'Unione Europea e l'Africa subsahariana sono ben posizionati per aumentare la quota di energia rinnovabile nel loro mix energetico sino al 70-80% entro il 2050, ma ogni regione vedrà guadagni netti di posti di lavoro nel settore energetico. Come partner della Climate Investment Platform, lanciato per diffondere energia pulita e mobilitare investimenti, Irena assicura che promuoverà azioni per aiutare i paesi a creare condizioni per sbloccare investimenti nelle rinnovabili.