Fridays for Future, il movimento dei giovani per il clima ispirato da Greta Thunberg, manifesterà a Ravenna il 12 maggio prossimo alle 17 per protestare contro il progetto dell'Eni di usare un giacimento offshore esaurito per lo stoccaggio del carbonio. Prima della manifestazione, si terrà un'assemblea online il 5 maggio alle 18.
"Con la promessa delle aziende fossili di compensare le emissioni - alias proseguire con attività inquinanti nascondendo una parte dei gas emessi - si apre una nuova era del Greenwashing - scrive Fridays For Future -. Eni possiede oltre 60 piattaforme offshore nel mar Adriatico, alle quali non intende rinunciare, senza dare spazio né a bonifiche né a produzioni energetiche rinnovabili".
Secondo il movimento, l'azienda ha ottenuto "l'inserimento del CCS (Carbon Capture and Storage, n.d.r.) tra i progetti da finanziare con i fondi europei. Nelle prime bozze del PNRR compariva sotto l'etichetta "transizione ecologica", e non si può ancora escludere che verrà incentivato con gli stessi fondi".
Per FFF "il CCS di Eni rallenta la reale decarbonizzazione, sottrae altri miliardi alla riconversione del nostro sistema energetico e apre la strada all'era dell'idrogeno, che con sé porta la costruzione di nuovi gasdotti e il potenziamento del monopolio energetico da parte di poche aziende dalla storia inquinata".
La cattura e stoccaggio del carbonio (Carbon Capture and Storage, CCS) consiste nell'iniettare sottoterra l'anidride carbonica prodotta da lavorazioni industriali e da centrali elettriche a metano, per tagliare le emissioni di gas serra in atmosfera. In particolare, serve ad eliminare le emissioni della produzione di idrogeno dal metano, un'attività sulla quale l'Eni punta molto.
Gli ambientalisti sono fortemente contrari alla CCS.
Ritengono che sia un processo anti-economico, con grossi rischi di fuoriuscite dai giacimenti, e che serva solo a permettere alle compagnie energetiche di continuare a vendere combustibili fossili.
Al largo di Ravenna, sfruttando i giacimenti offshore di gas esauriti e le piattaforme, Eni vuole realizzare un polo di riferimento per la CCS per il Sud Europa e il Mediterraneo. La compagnia energetica italiana valuta una capacità iniziale di stoccaggio di 2,5 milioni di tonnellate di CO2, e una capacità complessiva di 500 milioni di tonnellate. Eni al momento è impegnata con una partecipazione al 12% nel deposito offshore di Sleipner in Norvegia, il primo sorto in Europa, nel 1996. In Gran Bretagna sta realizzando un centro di stoccaggio da 195 milioni di tonnellate di CO2 nella baia di Liverpool, per decarbonizzare il distretto industriale di Hynet e produrre idrogeno. Altri impianti sono in progetto a Teesside in Inghilterra, a Ravenna in Italia, a Bes in Libia e a Ghasha negli Emirati Arabi Uniti. Nel polo industriale di Ravenna, Eni sta sviluppando anche un progetto dimostrativo di taglia industriale per fissare la CO2 in scarti da demolizioni, producendo nuovi materiali per edilizia.