Ennesimo flop per l'installazione di nuove fonti di energia rinnovabile in Italia. Il GSE (Gestore dei Servizi Energetici), la società pubblica che assegna gli incentivi alle rinnovabili, aveva messo all'asta 1.582 MW di nuova capacità, ma ha ricevuto offerte dalle imprese energetiche per soli 98,9 MW. Alla fine dell'asta, è stato dato il via libera a progetti per appena 73,7 MW, meno del 5% della disponibilità. Di questi 73,7 MW, 41,2 se li è aggiudicati l'Enel.
All'asta precedente, a maggio di quest'anno, era stata assegnata solo il 12% della potenza disponibile. Nel 2020 erano stati messi all'asta complessivamente 1.800 GW, ma erano arrivate offerte solo per 470 MW. Nello stesso anno, in Spagna erano stati messi all'asta circa 3.000 MW, e c'erano state richieste per 9.000 MW.
Le aziende energetiche non vogliono investire in nuovi impianti in Italia perché spaventate dai processi autorizzativi lunghissimi (5 anni in media) e dalle opposizioni di ogni genere: dai comitati di cittadini ed enti locali che non vogliono gli impianti (la sindrome 'nimby', 'not in my backyard') alle sovrintendenze del Ministero dei Beni Culturali che bloccano i progetti sostenendo che deturpano il paesaggio.
Al momento l'Italia installa circa 800 MW di rinnovabili all'anno. Secondo il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, il nostro paese dovrebbe salire a 7.000 MW all'anno di nuova potenza, per raggiungere l'obiettivo europeo del 70% di energia pulita al 2030.
Bernabei (Enel), per le rinnovabili situazione preoccupante. "Il risultato della quinta asta" del Gse, "con circa il 5% della capacità disponibile assegnata, un'offerta di progetti notevolmente inferiore ai volumi di gara e la partecipazione di pochi operatori, è il più basso mai registrato. Si tratta di una situazione preoccupante per lo sviluppo delle rinnovabili in Italia". Lo afferma il ceo di Enel Green Power e direttore e responsabile della Divisione Global Power Generation di Enel, Salvatore Bernabei, in una nota in cui Enel annuncia di essersi aggiudicata 41 Mw nell'asta.
"La lentezza dei procedimenti autorizzativi e l'incertezza sulla capacità di realizzazione degli impianti rappresenta un freno alla transizione energetica del Paese a cui occorre trovare una soluzione per riuscire a raggiungere gli obiettivi europei di decarbonizzazione per dare certezze agli operatori di un comparto fondamentale per la ripresa economica", sottolinea Bernabei.