"Attualmente in Italia quasi il 50% di tutti i progetti di fonti rinnovabili viene abbandonato, e l'altro 50% è soggetto a 6 anni di attesa prima di ottenere i permessi". Il Decreto Semplificazioni "va nella giusta direzione" per sveltire le autorizzazioni all'installazione di nuove rinnovabili, ma "deve essere rivisto" in parlamento in sede di conversione in legge, "a partire dalle norme sui progetti di aggiornamento e potenziamento delle rinnovabili esistenti". Lo scrivono in una nota le associazioni di impresa del settore delle fonti rinnovabili SolarPower Europe, WindEurope, Anev, Anie Rinnovabili, Elettricità Futura e Italia Solare.
"Mentre la direttiva europea Red II richiede tempi di autorizzazione più brevi per l'aggiornamento degli impianti rispetto a quelli per le costruzioni ex novo - si legge nella nota -, in Italia le procedure autorizzative per aggiornare e potenziare le centrali eoliche esistenti sono le stesse di quelle per realizzare nuove centrali. L'Italia ha bisogno di superare completamente lo "spalmaincentivi volontario", rimuovendo le limitazioni rimanenti e gli svantaggi tariffari per i progetti di potenziamento che non aderiscono a questo schema. Questo sarà essenziale per garantire condizioni di parità nelle prossime aste".
La revisione del Decreto secondo le associazioni "è importante anche per il settore fotovoltaico, dal momento che oggi non c'è una soluzione efficiente per le centrali fotovoltaiche installate a terra in Italia. Il Decreto Semplificazioni va in qualche modo a fornire strumenti di sostegno agrofotovoltaici, ma questi rischiano di essere inefficaci e inefficienti". L'Italia, ricordano le associazioni, "deve aggiungere almeno 7 gigawatt di capacità da rinnovabili ogni anno" per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione fissati dall'Ue. Il nostro paese però "ha installato meno di 1 GW all'anno negli anni passati". "Di questo passo - concludono -, i nostri obiettivi del 2030 saranno raggiunti nel 2090".