Quotidiano Energia - Mentre non accenna a placarsi il pericoloso gioco al rialzo della guerra commerciale tra Pechino e Washington, dai costruttori europei arriva un allarme che sembra inserirsi nel solco di questa disputa dai caratteri neoprotezionistici. Il numero uno del gruppo Psa e presidente dell’Acea, Carlos Tavares, ha infatti posto l’accento sui pericoli di scalate ostili per le case auto europee derivanti dalle sanzioni Ue per il mancato rispetto dei limiti alle emissioni di CO2, mettendo nuovamente nel mirino gli ultimi sviluppo della politica dell’Unione in materia di mobilità.
“Se un costruttore non centra il target rischia di essere messo in ginocchio dalle multe e non può certo essere acquistato da un’altra grande casa europea, non fosse altro che per le norme Antitrust”, ha sottolineato il manager intervenendo a un convegno organizzato da “Le Journale de l’Auto”. In questo modo, secondo Tavares, si offrirebbe agli investitori esteri l’opportunità di mettere le mani sulla tecnologia “imposta dall’Unione europea, cioè i veicoli elettrici. E chi è il leader nell’elettrificazione? La Cina”. In sostanza, ha concluso il manager, “il risultato è ovvio: si rischia di creare un cavallo di Troia di Pechino in Europa”.
Lo stesso gruppo transalpino guidato da Tavares, che peraltro ha annunciato proprio ieri la creazione di una business unit dedicata all’e-car, è per il 12,2% in mano alla cinese Dongfeng Motor.
Intanto, continua a soffrire quella che negli ultimi anni era stata la principale “arma” dei costruttori Ue contro le emissioni di CO2, il motore a gasolio, che il mese scorso ha visto una battuta d’arresto perfino in un Paese “dieselista” come l’Italia. Ancora più critica la situazione in Germania, culla del boom di questa alimentazione, dove a marzo – complici anche i blocchi locali autorizzati dalla Corte di Lipsia - la scivolata delle vendite si è accentuata ulteriormente (-25,4% e quota mercato giù fino al 31,4%), con il travaso di automobilisti verso la benzina (+9,3% e share al 64%) che ha contribuito al nuovo aumento delle emissioni medie di CO2: +0,8% a 128,7 g/Km. Un passo avanti arrivato nonostante la crescita delle vetture ibride (+45,4% a 10.874 unità), elettriche (+73,1% a 3.792 unità) e a metano (+171,9% a 1.498 unità).