Quotidiano Energia - Facilitare ed estendere il dibattito tra gli stakeholder esplorando nuove idee, progetti innovativi e tecnologie in grado di favorire l’abbinamento dei settori dell’elettricità e del gas, ma anche approfondire le implicazioni regolatorie che ne possono derivare. E’ l’obiettivo della piattaforma per il “sector coupling” lanciata oggi dalla Florence School of Regulation (Fsr), che il mese scorso ha ricevuto un esplicito mandato dalla Commissione europea durante il 32° Forum sul gas di Madrid.
Il concetto di sector coupling, precisa una nota, “nasce dall’esigenza di una maggiore integrazione tra i due settori ottimizzando le sinergie esistenti nella generazione, trasporto e distribuzione di elettricità e gas, con l’obiettivo ultimo di realizzare un sistema energetico europeo ibrido e de carbonizzato”. L’accoppiamento di elettricità e gas, sottolinea la Fsr, presuppone però “un massiccio sviluppo di nuove tecnologie, una nuova logica economica e un adattamento del quadro regolatorio”.
La piattaforma, spiega a QE la responsabile dell’area Gas di Fsr, Ilaria Conti, fa parte di un progetto concordato con la DG Energia per allargare il dibattito sul sector coupling al maggior numero possibile di soggetti, sfruttando l’estesa rete di cooperazione che la scuola fiorentina ha da tempo sviluppato con i regolatori, i Tso, il mondo accademico e l’industria.
La Fsr ha dedicato al sector coupling una sezione del suo sito internet in cui vengono raccolti i contributi dei vari soggetti interessati e il prossimo 11 settembre organizzerà il primo di una serie di dibattiti online sull’argomento, che verterà sulla definizione di una terminologia dei gas rinnovabili e decarbonizzati (tassonomia).
La Fsr, che ha iniziato a lavorare sul tema sin dal 2017, ha pubblicato nei giorni scorsi anche uno studio redatto assieme al Robert Schuman Centre for Advanced Studies in cui vengono analizzati gli effetti del sector coupling sul sistema nel suo complesso e sui prezzi, in particolare attraverso l’utilizzo del power-to-gas (Ptg).
Lo studio – “The welfare and price effects of sector coupling with power-to-gas”, di Martin Roach e Leonardo Meeus –identifica i potenziali disallineamenti degli incentivi per gli attori coinvolti nel sistema elettrico e del gas. In pratica, analizzando vari scenari che combinano gli obiettivi per le Fer elettriche con i costi del Ptg, vengono indicati gli effetti di prezzo indotti dalla partecipazione del Ptg al mercato elettrico e gli impatti sul mercato del gas.
I principali risultati dello studio sono tre. Innanzitutto, affinché il Ptg possa recuperare i costi di investimento, si devono avere significativi profitti di arbitraggio. In secondo luogo, il Ptg può assorbire le predite di energia da Fer avvantaggiando i consumatori, che beneficiano di una massimizzazione degli incentivi Fer e al tempo stesso di una riduzione dei prezzi del gas derivante dalla minore dipendenza dai contratti gas di lungo-termine.
Infine, l’analisi mette in luce i parametri chiave del sistema elettrico - inclusa la correlazione tra la curva di durata del carico (Ldc) e la disponibilità di Fer - dai quali si può determinare la necessità di Ptg e il valore di questa tecnologia come mezzo per sfruttare le perdite di energia da Fer.
Dai risultati dello studio deriviamo due conclusioni principali sul sector coupling. La prima è che, negli scenari in cui il Ptg è redditizio e migliora il ritorno positivo per l’intero sistema, i consumatori di elettricità e gas beneficiano entrambi di prezzi più bassi. Ne consegue che i due settori hanno un incentivo a cooperare.
Lo studio (disponibile in allegato sul sito di QE) ha poi evidenziato “involontariamente” un secondo aspetto che non era al centro dell’analisi: in alcuni scenari, il ritorno positivo per il sistema complessivo è massimo se l’investitore in Ptg è in perdita. Ne deriva che “potrebbe avere senso sostenere gli investimenti nel Ptg tramite sussidi e/o tariffe di rete al fine di ridurre il costo dei sussidi Fer”.