Quotidiano Energia - Parte la preparazione del Piano per l’economia circolare previsto dal Green deal presentato il mese scorso dalla presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen. L’esecutivo comunitario ha lanciato infatti una consultazione online (risposte entro il 20 gennaio) in vista della comunicazione “accelerare la transizione verso un’economia circolare” che sarà adottata assieme alla nuova Strategia industriale dell’Unione, con l’obiettivo di “mobilitare il settore dell’industria e tutte le catene del valore per un modello di crescita sostenibile e inclusivo”.
Il Piano per l’economia circolare, spiega la Commissione, affronterà i vari aspetti del ciclo di vita di prodotti e materiali, “assicurando un uso sostenibile delle risorse in particolare in settori ad alta intensità di risorse come il tessile, l’edilizia, l’elettronica e la plastica”.
Il Piano includerà politiche per “incentivare la progettazione, produzione e commercializzazione di prodotti sostenibili”, stabilendo tra l’altro “requisiti minimi per impedire che i prodotti dannosi per l’ambiente vengano immessi sul mercato Ue” e fornendo “opzioni per dare priorità alla riparazione e riutilizzo prima del riciclaggio”.
Previste anche “misure per permettere ai consumatori di contribuire all’economia circolare”. Tra queste la diffusione di informazioni “affidabili, verificabili e comparabili” sulle caratteristiche di sostenibilità dei prodotti.
Il Piano promuoverà inoltre “un mercato interno ben funzionante e integrato per le materie prime secondarie, al fine di garantire che siano sicure, a prezzi competitivi e affidabili”.
Bruxelles sottolinea che nella Ue - anche grazie al precedente Piano adottato 4 anni fa - le attività connesse all’economia circolare danno lavoro a 4 milioni di persone (+6% rispetto al 2012) e nel 2016 hanno generato quasi 147 miliardi di euro di valore aggiunto. Tuttavia, l’utilizzo di materie prime è triplicato negli ultimi decenni e, senza interventi, raddoppierà ancora nei prossimi 40 anni, mentre i materiali riciclati soddisfano appena il 12% della domanda Ue e la maggior parte dei prodotti immessi oggi sul mercato europeo si basa principalmente su un uso insostenibile delle risorse.
Infine, rileva la Commissione, nonostante i progressi nel riciclaggio, ancora la metà dei rifiuti urbani Ue viene incenerita (27%) o conferita in discarica (23%).