(dall'inviato Stefano Secondino)
LONDRA - Per gli ambientalisti puri e duri, per i fan dell'agricoltura biologica, sono i cattivi per eccellenza. Inventano e producono pesticidi, creano nuove sementi con la bioingegneria, fanno pure gli ogm. Sono i manager e i tecnici di Syngenta, multinazionale svizzera dell'agrochimica: 28.000 dipendenti fra Europa, Americhe e Asia, 13 miliardi di dollari di fatturato all'anno, 1,3 miliardi di dollari investiti ogni anno in ricerca. Un vero colosso, il bersaglio ideale di tante campagne delle ong ambientaliste, di tante manifestazioni di piazza degli agricoltori eco-friendly.
Eppure, quelli di Syngenta non si vedono come nemici dell'ambiente o della buona agricoltura. Si considerano invece l'avanguardia dell'agricoltura moderna: sicura e sana perché pluricontrollata, sempre più produttiva per sfamare un'umanità in crescita, in grado di adattarsi ai cambiamenti climatici.
Stufi di essere considerati i cattivi della situazione, hanno deciso di far vedere alla stampa cosa fanno davvero nel loro centro di ricerca di punta in Europa: Jealott's Hill, nella campagna di Londra.
"Da quando si comincia a studiare un pesticida a quando lo si mette sul mercato passano dai 12 ai 15 anni - spiega il responsabile delle relazioni esterne, Jim Morton -. Per trovare la sostanza giusta, ne testiamo almeno 100.000. Portare sul mercato un solo prodotto ci costa in media 280 milioni di dollari".
A Jealott's Hill lavorano 800 scienziati. Progettano insetticidi, erbicidi, fungicidi, ma anche prodotti che aiutano le piante ad affrontare le variazioni del clima e la siccità. E' questa la nuova frontiera dell'agrochimica. La ricerca sulle sostanze è strettamente legata a quella sulle sementi, l'altro oggetto di ricerca nel centro. Semi incrociati attraverso la bioingegneria possono dare vita a varietà più resistenti a parassiti e malattie, riducendo l'uso di sostanze chimiche, oppure meno bisognose di acqua, tagliando i consumi idrici.
La Syngenta produce anche sementi ogm, nei paesi dove è permesso, negli Stati Uniti e in Asia. A Jealott's Hill, viste le norme Ue, non si fa ingegneria genetica, ma bioingegneria.
Con particolari potature e impollinazioni (fatte a mano dai ricercatori), si ottengono semi con le caratteristiche desiderate in sette anni, invece che nei dieci degli incroci tradizionali.
Nel laboratorio chimico vengono testate 1.200 sostanze a settimana, 50.000 all'anno. Si vedono gli effetti sugli insetti e sulle foglie, quindi i composti più promettenti vengono sperimentati sulle piante: prima in serra, poi in campo. Per testarne 10 sul campo, se ne scartano prima migliaia. Per miscelare le sostanze, c'è un laboratorio robotizzato da 8 milioni di dollari, il gioiello di Jealott's Hill.
E poi ci sono i controlli di sicurezza sulle sostanze. Nel centro di ricerca, solo in questo settore lavorano 170 persone.
"La pericolosità di un prodotto viene sempre calcolata nella condizione di utilizzo peggiore - spiega Caroline Willets, responsabile della sicurezza -. I nostri prodotti devono essere in regola con le normative di tutti i paesi, sia per gli agricoltori, sia per i consumatori che per l'ambiente. I pesticidi sono fra i prodotti più regolati al mondo. I nostri sono regolarmente testati da organismi indipendenti, e a Jealott's Hill ci sono controlli costanti di organismi governativi".