ROMA - Maggiore necessità di nuove pratiche commerciali, sociali e ambientali per rispondere alle esigenze del mercato per i servizi di pulizia di ambienti interni e la sostenibilità come chiave di volta per gli appalti. La risposta arriva con i nuovi criteri Ecolabel Ue che affrontano i vecchi punti critici dei processi e aiutano in azioni concrete per una pulizia più sostenibile.
Grazie ai criteri Ecolabel Ue adottati dalla commissione Europea - la decisione dell'Unione europea che li stabilisce è stata pubblicata il 4 maggio di quest'anno, con una validità di cinque anni - vengono affrontati i principali impatti ambientali legati ai servizi di pulizia. Le aziende certificate Ecolabel Ue che offrono questi servizi potranno dimostrare la loro 'eco-efficienza' partecipando alle gare degli appalti pubblici 'verdi', i cosiddetti Green public procurement (Gpp). Con l'etichetta europea verrà anche attesto l'impegno delle imprese per il benessere e la sicurezza dei propri dipendenti, dando la garanzia di una riduzione di esposizione alle sostanze tossiche; la priorità sarà data a prodotti per la pulizia con etichette di tipo ISO I (14024) come il marchio Ecolabel Ue, Nordic Swan e Blauer Engel. In questo modo nella gara di affidamento dell'appalto il prezzo non più l'elemento principale di differenziazione, dal momento che aver cura degli aspetti sociali e ambientali sta diventando un orientamento di visione generale.
Il servizio di pulizia è il secondo, dopo quello per le strutture ricettive, che vede approvati dei criteri ecologici dalla commissione Europea. Si dividono in obbligatori e opzionali. La certificazione riguarda i servizi professionali di pulizia ordinaria in edifici commerciali, istituzionali, con accesso pubblico e aziende private. L'azienda con Ecolabel Ue non può fornire altri servizi che non siano certificati (a meno che non ci sia una distinzione con delle filiali a contabilità separata). Organismo competente in Italia, per verifiche e controlli per la certificazione, è il Comitato Ecolabel Ecoaudit, con sede al ministero dell'Ambiente, e che si avvale del supporto dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra).