RIMINI - L'Italia nel 2017 ottiene buoni "voti" in economia circolare (è prima fra i grandi Paesi europei), agricoltura biologica ed anche eco-innovazione, ma ha ancora molto da fare sul consumo del suolo, la tutela della biodiversità, la decarbonizzazione. Lo rivela il rapporto sull'economia verde italiana preparato dal Consiglio nazionale della green economy (formato da 66 organizzazioni di imprese).
Lo studio è stato presentato stamani a Rimini, agli Stati Generali della Green Economy, nell'ambito della fiera Ecomondo-Key Energy.
Secondo stime preliminari, nel 2017 le emissioni di gas serra in Italia potrebbero essere nuovamente cresciute, anche se di poco: negli ultimi quattro anni, con una modesta ripresa economica, il processo di decarbonizzazione nazionale, come anche nel resto d'Europa, sembra essersi fermato.
Nel 2017 le fonti rinnovabili soddisfano il 17,7% del fabbisogno di energia. Dopo un periodo di crescita sostenuta tra il 2005 e il 2013, nell'ultimo quinquennio il progresso nelle rinnovabili è stato più moderato. Per tasso di circolarità, l'Italia, con il 18,5%, è prima fra i cinque principali Paesi europei. Ha una buona produttività delle risorse (misurata in euro di Pil per kg di risorse consumate), per la quale è al secondo posto fra i cinque principali Paesi europei.
Nel 2016, secondo il rapporto degli Stati Generali della Green Economy, sono stati riciclati in Italia 13,55 milioni di tonnellate di rifiuti urbani, pari al 45%. Il nostro paese è al secondo posto in Europa dietro alla Germania.
Per quanto riguarda l'eco-innovazione, secondo l'indicatore Eco-IS (Eco-Innovation Scoreboard) l'Italia con un punteggio di 113 si posiziona al di sopra della media Ue28 di 100, al pari con l'Austria, ma dopo Svezia, Finlandia, Germania e Danimarca.
L'agricoltura biologica nel 2017 ha raggiunto 1,8 milioni di ettari, più 20% rispetto al 2016. Dopo la Spagna, l'Italia è il Paese europeo con la più ampia superficie.
Il consumo di suolo nel 2017 (si legge nel rapporto presentato a Ecomondo-Key Energy di Rimini) ha continuato ad aumentare al ritmo di 15 ettari al giorno: l'Italia resta fra i Paesi europei con la più alta percentuale di consumo di suolo in relazione alla superficie. La spesa per la protezione della biodiversità e del paesaggio in Italia è molto bassa e diminuita da 689 nel 2010 a 524,7 milioni nel 2017.
Ronchi, cresce abusivismo, in dieci anni da 11% a 19% nuove case. "In Italia non soltanto il consumo del suolo rimane alto, ma è preoccupante la crescita dell'abusivismo edilizio. Non solo non è stato debellato, ma è in aumento. E' arrivato al 19% del nuovo costruito. Eravamo all'11% dieci anni fa. Ci sono regioni del Sud dove arriva al 50%. Ogni due costruzioni nuove, una è abusiva".
Lo ha detto stamani a Rimini Edo Ronchi, ex ministro dell'Ambiente e presidente delle Fondazione per lo Sviluppo Rinnovabile, a margine della inaugurazione degli Stati Generali della Green Economy, nell'ambito della fiera Ecomondo-Key Energy.
"Il condono del Decreto Genova è da togliere di mezzo - ha aggiunto Ronchi - ogni condono incoraggia nuovo abusivismo, in qualsiasi forma, anche attenuata. Bisogna fermarlo, i condoni sono sempre nocivi. Ma bisognerebbe anche prendere atto che, dove i sindaci non intervengono nelle demolizioni, intervengano i prefetti".
Per Ronchi tuttavia i disastri della scorsa settimana in Liguria, Nordest e Sicilia non sono dovuti solo all'abusivismo: "Qui è il cambiamento del clima - commenta - e mi fa specie che ci sia qualcuno che polemizzi con l'ambientalismo.
L'ambientalismo è stato il primo a denunciare la crisi climatica e la necessità di prendere misure adeguate. Si è fatto poco, non si sta facendo ancora a sufficienza. In Italia ci siamo fermati alle dichiarazioni di principio. Non ci sono misure applicate al nuovo contesto climatico nella gestione dei territori".