Non solo impilare, immagazzinare, proteggere e trasportare le merci. I pallet devono anche essere sostenibili, a ridotto impatto ambientale e antibatterici, ancor di più con il Covid. E uno studio condotto dall'Institut für Holztechnologie di Dresda in Germania evidenzia come la struttura e la composizione chimica del legno, materiale naturalmente antimicrobico grazie alla sua porosità, garatisca sicurezza e sostenibilità avendo un’impronta ecologica fra il 72 e l'80% inferiore rispetto a un omologo in plastica, come spiega una ricerca della Pennsylvania State University. Solo in Italia, i pallet Epal prodotti e riparati lo scorso anno sono stati oltre 11 milioni. Lo studio tedesco evidenzia anche che il pallet è 13 volte più antibatterico di quello in plastica. Quindi i pallet in legno sono ideali per trasportare merci in tutta sicurezza. Lo rende noto il Comitato Tecnico Epal (il marchio internazionale che contraddistingue il sistema di interscambio di pallet riutilizzabili più diffuso d’Europa) del consorzio Conlegno, che si occupa di tutelare il patrimonio forestale e la biodiversità favorendo l’impiego del legno, dalla materia prima all’imballaggio, al legno strutturale.
Realizzati con una risorsa rinnovabile, i pallet possono inoltre essere riparati e riutilizzati fino a quando non vengono poi riciclati per dare vita a nuovi prodotti. Grande svantaggio dei pallet in plastica, invece, è l’utilizzo di derivati del petrolio o del gas naturale nella fase di produzione e la tendenza a diventare un ambiente ideale per la proliferazione dei batteri a causa delle sezioni ruvide che si creano con l’usura della sua superficie.
"L’industria del pallet, dichiarata essenziale nei mesi del lockdown, gioca un ruolo fondamentale nella catena di approvvigionamento. In un momento di incertezza, il pallet Epal rimane la linfa vitale di tutti i settori: strumento per trasportare alimentari, beni di consumo, vaccini e tanto altro – spiega Davide Dellavalle, coordinatore del comitato tecnico Epal di Conlegno – Il legno, materiale naturale che lo compone, e la possibilità di interscambiarlo e ripararlo ne fanno uno dei primi anelli dell’economia circolare europea. Possiamo quindi dire che i pallet Epal rappresentano il connubio perfetto fra affidabilità, sostenibilità e sicurezza".
Lo studio condotto dall’Institut für Holztechnologie di Dresda ha evidenziato come i batteri abbiano un tasso di sopravvivenza minore sulle superfici dei pallet in legno rispetto a quelli in plastica, caratteristica che rende il loro uso raccomandabile soprattutto per trasportare beni alimentari. Punto debole del pallet in plastica sono, invece, le sue parti ruvide, che danno vita alle condizioni ideali per la crescita dei microbi.
Alla domanda "quanto inquina un pallet in legno?" ha cercato di rispondere anche Conlegno con la pubblicazione "Life Cycle Assessment del pallet Eur/Epal", giungendo a conclusioni molto simili a quelle dell’università statunitense. Nello studio, elaborato insieme al Politecnico di Milano, si sottolinea come la produzione di pallet Epal sia fortemente favorevole se misurata in termini di CO2-eq in quanto il processo gode dell’immagazzinamento dell’anidride carbonica nel legno. La CO2 sottratta all’atmosfera durante la crescita dell’albero, infatti, rimane bloccata nel materiale fino alla fine del suo ciclo di utilizzo e dal momento che il pallet può avere una seconda vita dopo il suo “pensionamento”, la re-immissione di anidride carbonica nell’ambiente è ulteriormente dilazionata nel tempo.