Le sfide della transizione ecologica possono segnare un cambiamento storico profondo della società e dell'economia, un vero e proprio cambiamento di civiltà. Un cambiamento oggi possibile perché ci sono le condizioni economiche e tecnologiche per poter puntare su un benessere sostenibile, certo più sobrio, ma di migliore qualità, più esteso e inclusivo.
Edo Ronchi nel suo nuovo libro "Le sfide della transizione ecologica" (edizioni Piemme - pag. 304) mette in luce la necessità di dare una nuova direzione alla società del dopo pandemia, quando essa si dovrà riprendere da una crisi economica senza precedenti e tutelarsi da una crisi climatica incombente, a meno che non si cambi radicalmente il paradigma economico.
"Il modello economico lineare, estrattivo e ad alto consumo di risorse e di energia, non è più sostenibile", afferma Ronchi.
Ma un segnale importante arriva dall' Europa: il Green Deal con il Next generation Eu "segna - scrive Ronchi - l'avvio della più vasta conversione ecologica mai concepita, che potrebbe cambiare a fondo il capitalismo europeo. L'esito di questa sfida non è garantito. È comunque un'occasione storica dalle grandi potenzialità".
Tra le sfide poste dalla transizione ecologica ci sono la rivoluzione energetica ("la strada per la decarbonizzazione è ancora lunga: nel 2018 le fonti rinnovabili hanno fornito solo l'11% del consumo mondiale di energia e il 26,4% dell'energia elettrica consumata"), l' economia circolare e il risparmio di risorse ("il consumo mondiale di materiali dovrebbe arrivare a 170-180 miliardi di tonnellate nel 2050: quantità probabilmente non disponibili su questo pianeta"), la tutela del capitale naturale ("più del 40% della superficie terrestre è coltivata o urbanizzata e meno del 23% è ancora classificata come area naturale"), il ripensamento delle città e del modo di viverle attraverso un approccio che punti sulle priorità della conversione ecologica.