ROMA - Le emissioni globali di etano - gas inquinante e a effetto serra - tornano ad aumentare. Lo afferma uno studio guidato dall'Università del Colorado Boulder, pubblicato su Nature Geoscience, secondo il quale il declino registrato dopo il picco del 1970 è finito tra il 2005 e il 2010. Tra il 2009 e il 2014 le emissioni nell'emisfero settentrionale sono aumentate di circa 400 mila tonnellate all'anno. Il grosso dell'etano arriva per lo più dalle attività estrattive di gas e petrolio in Nord America.
Il declino dell'etano e di altri idrocarburi non metanici (NMHC) registrato a partire dal 1970, spiegano i ricercatori, si ritiene sia dovuto principalmente a migliori controlli delle emissioni. "Circa il 60% del calo degli ultimi 40 anni è avvenuto negli ultimi 5 anni", spiega il professore Detlev Helming che ha guidato l'analisi. Tuttavia il trend si è invertito. I ricercatori indicano anche che le emissioni totali di idrocarburi non metanici nell'emisfero settentrionale stanno aumentando di circa 1,2 milioni di tonnellate all'anno.
L'etano, come altri NMCH, viene rilasciato naturalmente da attività naturali come quelle di vulcani e incendi, ma le attività umane sono la principale fonte di questo tipo di emissioni. L'uomo, sottolinea Helming, è responsabile per i tre quarti dell'etano emesso nell'atmosfera.
Dallo studio, su campioni d'aria raccolti negli ultimi dieci anni da oltre 40 siti di tutto il mondo, dalla Groenlandia alla Germania, emerge che l'aumento maggiore di etano si registra negli Usa centro-orientali, dove pesano proprio le attività estrattive.