ROMA - L'esposizione alle polveri sottili può essere associata ad infiammazioni e danni ai vasi sanguigni nei giovani adulti. E quanto dimostra uno studio, condotto da un team di ricercatori statunitensi e pubblicato sulla rivista Circulation Research, che punta ad approfondire il contributo dell'inquinamento atmosferico alle malattie cardiovascolari.
Gli scienziati hanno preso in esame il particolato fine (PM 2.5), cioè le microscopiche particelle di inquinanti emesse da automobili e fabbriche, centrali elettriche e incendi. Analizzando un campione di giovani adulti in salute nell'arco di tre anni, hanno scoperto che l'esposizione periodica al particolato è associata ad alcuni cambiamenti anomali nel sangue, corrispondenti a marcatori per malattie cardiovascolari. All'aumentare dell'esposizione alle polveri sottili, ad esempio, sono risultati in aumento i livelli di proteine che inibiscono la crescita dei vasi sanguigni e che ne indicano l'infiammazione.
"I risultati suggeriscono che vivere in un ambiente inquinato potrebbe favorire lo sviluppo di pressione alta, malattie cardiache e ictus in modo più pervasivo di quanto ritenuto finora", spiegano i ricercatori. "Anche se sappiamo da tempo che l'inquinamento atmosferico può portare a infarti e ictus in soggetti ad alto rischio, il fatto che possa colpire anche individui apparentemente sani indica che l'inquinamento è una fonte di preoccupazione non solo per i malati e gli anziani, ma per tutti".