L'inquinamento dell'aria in India è un problema nazionale che sta uccidendo 1,2 milioni di persone all'anno e che costa all'economia del paese il 3% del Pil.
L'allarme arriva da un rapporto di Greenpeace intitolato "Airpocalypse", in cui si sottolinea che l'emergenza smog non riguarda solo la capitale Nuova Delhi: su 168 città prese in esame, nessuna risulta conforme agli standard sulla qualità dell'aria fissati dall'Organizzazione mondiale della sanità (Oms).
In base al rapporto, le venti città più inquinate dell'India hanno una concentrazione di polveri sottili (Pm10) compresa tra 168 e 268 microgrammi per metro cubico. Per l'Oms il livello sicuro, da non oltrepassare, è di 20 microgrammi.
"L'inquinamento atmosferico rappresenta una crisi nazionale di salute pubblica: quasi nessuna città si è presa la briga di tenere sotto controllo lo smog, diventando così invivibile", afferma Sunil Dahiya di Greenpeace India. "Siamo di fronte a un'apocalisse dovuta all'aria irrespirabile. Le morti per inquinamento atmosferico sono solo lievemente inferiori rispetto a quelle da tabacco, eppure le autorità fanno orecchie da mercante davanti ai numerosi rapporti scientifici che fan suonare l'allarme".