I gabbiani e le sterne sono tra gli animali più colpiti dal disastro petrolifero avvenuto nel golfo del Messico nel 2010, quando l'esplosione della piattaforma Deepwater Horizon causò lo sversamento in mare di oltre 4 milioni di barili di petrolio nelle paludi salmastre della Louisiana. A dirlo è uno studio condotto da un team di ricercatori statunitensi e volto a individuare le specie prioritarie per la conservazione e la ricerca anche i base al loro ruolo nella catena alimentare.
Stando all'indagine, pubblicata sulla rivista Frontiers in Ecology and the Environment, i killifish (pesci appartenenti alla famiglia dei ciprinodontidi americani) hanno risposto relativamente bene allo sversamento di petrolio e giocano un ruolo chiave nella catena alimentare locale. Importanti, sia come prede che come predatori, sono anche i gabbiani, le sterne e alcuni trampolieri come gli aironi, che però si sono dimostrati tra gli animali più sensibili al petrolio. A seguito del disastro ambientale, infatti, la mortalità di sterne e gabbiani nella baia di Barataria è arrivata al 32%.
Molto vulnerabili allo sversamento, proseguono i ricercatori, si sono rivelati anche i vermi cilindrici (nematodi), che tuttavia non giocano un ruolo di primo piano nella catena alimentare. Tale ruolo è ricoperto invece dal granchio blu, di cui non è molto nota la reazione al petrolio, Per questo, secondo gli esperti, sono tra gli animali su cui dovrebbe concentrarsi la ricerca, in modo da individuare anche gli eventuali cambiamenti nell'ecosistema delle paludi salmastre.