Le acque del Mar Glaciale Artico sono l'ultima destinazione dei rifiuti di plastica che galleggiano nell'Atlantico settentrionale. A dirlo è un nuovo studio, pubblicato sulla rivista Science Advances, che documenta la presenza abbondante di plastica nelle acque a est della Groenlandia e a nord della Scandinavia nonostante la bassa densità demografica di queste aree.
I ricercatori hanno battuto le acque artiche in cerca di rifiuti di plastica, rinvenendone quantitativi modesti nei mari del Circolo polare artico. Tuttavia i detriti di plastica sono risultati abbondanti nel mare di Groenlandia e nel mare di Barents. Qui gli esperti hanno stimato la presenza di centinaia di tonnellate di detriti plastici nelle acque superficiali, a cui va aggiunto un quantitativo superiore di rifiuti finiti sui fondali marini.
Analizzando le tipologie di detriti, gli scienziati hanno trovato conferma del fatto che la plastica per la maggior parte ha viaggiato a lungo, provenendo dalle coste dell'Europa nordoccidentale, dal Regno Unito e dalla costa orientale degli Usa.
Usando 17mila boe satellitari, in seguito i ricercatori hanno confermato che i rifiuti si muovono verso il Polo a causa della circolazione termoalina, cioè del movimento globale delle masse d'acqua negli oceani, detto anche Grande nastro trasportatore.
Sebbene la plastica a galla nell'Artico sia solo il 3% del totale, concludono gli studiosi, la corrente termoalina causerà un progressivo accumularsi di rifiuti in queste acque, con "effetti preoccupanti sull'ecosistema unico dell'Artico".