Nel campo delle bonifiche di siti inquinati "negli ultimi anni c'è stata una fortissima accelerazione nelle attività. Le aree liberate e restituite agli usi legittimi cono passate da 1.482 ettari del 2013 a 4.289 ettari nel 2014, quasi quadruplicate, mentre oggi gli ultimi dati disponibili ci dicono che abbiamo bonificato 6.172 ettari.
Oggi possiamo dire insomma che è possibile bonificare bene, in tempi certi e rapidi, con piena trasparenza e rigorosi controlli". Lo ha dichiarato il ministro dell'Ambiente, Gian Luca Galletti, intervenendo martedì a un convegno alla Camera sulla bonifica dei siti contaminati.
"Con altrettanta certezza però possiamo e dobbiamo dire che si deve andare molto più veloci - ha aggiunto il ministro - e che le semplificazioni messe in campo, pure necessarie come per esempio quella importantissima definita con la legge Madia, si stanno solo oggi opponendo alle lungaggini. La complessità principe, a mio parere, risiede nel sistema decisionale, che oggi risente di una serie di complicazioni procedurali".
"Non è il luogo né il tempo di tornare sulla decisione degli italiani di bocciare il referendum costituzionale - ha proseguito Galletti -. Mi limito solo a dire che dal riparto delle competenze Stato-Regioni-enti locali deriva a mio parere gran parte di quella farraginosità decisionale che non ci fa andare veloci come dovremmo e potremmo. Il problema è, ancora una volta, quello della governance e della capacità di spesa, prima ancora delle risorse da impiegare".
Galletti ha spiegato che il suo ministro ha stanziato complessivamente 2 miliardi di euro per le bonifiche dei 40 Sin (Siti di interesse nazionale). Ma solo per Taranto, ha aggiunto, sono servite ben 40 Conferenze dei servizi "per sottoporre ad indagini di caratterizzazione il 44% delle aree perimetrale e per approvare decreti per il 7% di quelle aree".
In materia di bonifiche di siti inquinati in Italia "vediamo in tantissimi posti che i cantieri di bonifica sono partiti. Giudichiamo la situazione positiva. C'e' moltissimo da fare, ma generalmente ci sembra che molte cose si siano sbloccate". Lo ha detto il presidente della Commissione bicamerale sulle ecomafie, il deputato Pd Alessandro Bratti.
La dirigente del ministero dell'Ambiente Laura D'Aprile ha spiegato che i Siti di interesse nazionale da bonificare sono 40 e che i decreti ministeriali per gli interventi di risanamento su questi sono 503, con un netto incremento dal 2013. A maggio 2017 la superficie delle aree bonificate e disponibili ammonta a 6.172 ettari.
Per il vicepresidente del Sistema nazionale per la protezione dell'ambiente, Luca Marchesi, "questa legislatura e' stata importante dal punto di vista ambientale, ha prodotto molto, dalla legge sugli ecoreati alla riforma delle agenzie. Ma occorre rivedere ancora molto del sistema dei controlli ambientali".
Il commissario straordinario per la bonifica di Taranto, Vera Corbelli, ha raccontato il lavoro fatto fino ad oggi per il risanamento di una citta' fortemente colpita dall'inquinamento industriale. "Nel Mar Piccolo erano registrati 5 scarichi. Ne abbiamo censiti 180 e chiusi 50. Alla ex Cemerad abbiamo avviato una bonifica delle scorie radioattive che era bloccata da 20 anni. Taranto deve diventare un laboratorio delle tecniche di bonifica".
Luigi Mansi, vicepresidente di Federchimica, ha chiesto alle istituzioni semplificazione normativa e snellimento delle procedure.
Per la presidente di Legambiente, Rossella Muroni, "le bonifiche indicano anche un nuovo modello di sviluppo industriale. Noi ecologisti abbiamo fatto aumentare la coscienza ambientale. Ora il tema ambientale deve diventare tema economico, deve dimostrare che puo' reggere anche al mercato".