Il Centro regionale per la Radioprotezione (Crr) dell'Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente (Arpa) del Friuli Venezia Giulia ha rilevato negli ultimi giorni piccoli quantitativi di Rutenio 106 (Ru 106) nei monitoraggi effettuati sul particolato atmosferico. Lo rende noto oggi l'Arpa FVG in un comunicato. Le quantità rilevate - precisa la nota - sono molto modeste e non rappresentano pericolo per la popolazione e per l'ambiente. Tuttavia, l'agenzia ha intensificato i campionamenti e le analisi del particolato atmosferico, in coordinamento con Ispra e con gli altri laboratori.
I quantitativi di Ru 106 sono stati rilevati nel campione di particolato atmosferico misurato il 2 ottobre scorso, riferito al prelievo dal 29 settembre al 2 ottobre. Sono state effettuate ulteriori misure sui campioni prelevati tra il 2 e il 4 ottobre. La presenza di piccole quantità del radionuclide è confermata dal sistema nazionale e internazionale per la misura della radioattività: ne è stata rilevata la presenza da vari laboratori in Italia, in Repubblica Ceca, Austria, Svezia, Polonia e Svizzera. Il Ru 106 è utilizzato in radioterapia ed esistono impianti di produzione di questo radionuclide a scopo sanitario. Sono in corso gli approfondimenti per determinare l'origine della contaminazione che, in base ai dati radiologici e metereologici disponibili, sembra provenire dall'Europa centro-orientale. La presenza di questo radionuclide, in assenza di altri radionuclidi artificiali tipici di una fissione, porta a escludere incidenti a un impianto di energia nucleare o esplosioni di ordigni bellici.
Tracce di rutenio radioattivo sono state rilevate nell'aria di Bergamo. La presenza del raro metallo utilizzato in ambito medico per la cura dei tumori oculari è stata rilevata nel campione prelevato tra venerdì e lunedì nella centralina del Centro regionale di radioprotezione posizionata sui tetti in centro città. La concentrazione è tanto bassa da non destare preoccupazione né per l'ambiente, né per la salute dell'uomo. Resta però il fatto che il filtro della centralina, analizzato all'Arpa regionale, ha mostrato modeste concentrazioni dell'isotopo. Si ipotizza che si tratti di un incenerimento accidentale di una fonte di 'Ru-106': esclusa invece la provenienza da installazioni nucleari o da impianti di ritrattamento. Il Centro di radioprotezione ha attivato la rete dei laboratori europei per verificare l'esistenza di analoghe situazioni. Allertata anche l'Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) per la verifica nei laboratori della rete nazionale.