Scatta con anticipo l'emergenza smog e in un autunno che porta con se' ancora il tepore estivo è già 'bollino rosso' per la qualità dell'aria nelle città del nord Italia. Sparse in quattro regioni - Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna - 24 città sono infatti 'fuorilegge' per aver superato la soglia annuale di inquinamento dell'aria 'consentito' dalla normativa: 35 giorni totali di sforamento di una media giornaliera di 50 microgrammi per metro cubo di polveri sottili.
A lanciare il nuovo allarme è Legambiente che nel report "L'emergenza smog e le azioni (poche) in campo" - un'edizione straordinaria di 'Mal'aria' - mette Torino (con 66 giorni di sforamento) in testa alla classifica delle città peggiori, seguita da Cremona (58), Padova (53) e Milano (50) dove oggi sono entrate in vigore il nuovo divieto d'ingresso nell'Area C anche per le auto Euro4 senza filtro anti-particolato. A Torino invece il divieto ai diesel Euro 4 scatterà da mercoledì. Tra le prime 25 in classifica ci sono anche altre città oltre la soglia, come per esempio Frosinone che si piazza al quarto posto con 52 sforamenti. Inoltre - viene spiegato - per alcune di queste città non è una sorpresa ritrovarsi oltre i limiti fissati: "già da marzo alcune città" erano "ampiamente" oltre i 35 giorni consentiti; tra queste Torino, Alessandria, Asti, Milano, Bergamo, Brescia, Cremona, Venezia, Padova e Vicenza.
"Per fronteggiare l'emergenza cronica dello smog, che risente sempre più dei cambiamenti climatici - dichiara la presidente di Legambiente Rossella Muroni - servono interventi strutturali e azioni ad hoc sia a livello nazionale che a livello locale e regionale. Il protocollo antismog, firmato a giugno, da un lato ha cercato di uniformare le strategie anti-inquinamento dei Piani regionali e dei provvedimenti d'urgenza dall'altro però da solo non basta; e non può riguardare solo le Regioni più inquinate del nord Italia. Per questo è importante che venga esteso anche alle altre Regioni della Penisola". I dati raccontano come "in Italia a causa dell'aria inquinata ci siano oltre 60 mila morti ogni anno" per "l'esposizione a polveri sottili (PM 2,5), ossidi d'azoto (NO2) e ozono (O3)". Secondo Legambiente "la causa principale di questa emergenza è la carenza di interventi e misure concrete, con troppi ritardi da parte di Regioni e sindaci"; e ora "si cerca di correre ai ripari".
Il report analizza anche alcune aree d'Europa, ricordando che per esempio in Inghilterra è stata annunciata la fine delle vendite del diesel nel 2040 e sono stati investiti 1 miliardo di sterline per la mobilità elettrica. E anche per gli 'storici' taxi londinesi è stata pianificata l'elettrificazione nei prossimi due anni. Quello che servirebbe è "ripartire dai centri urbani". In questo senso, la presidente Muroni si rivolge "al governo, ai presidenti di Regione e ai molti sindaci", chiedendo di "abbandonare atteggiamenti lassisti e far diventare il tema della qualità dell'aria davvero una priorità", guardando a "interventi strutturali, politiche sostenibili e misure concrete".