C'è una "coperta" di smog sopra la pianura padana che tiene "confinati sotto di essa" gli stessi "inquinanti" di cui è costituita; la causa di questo "accumulo" è l'insieme delle "condizioni meteorologiche e climatiche" come il caldo, l'assenza di piogge e di vento. Lo dicono i ricercatori dell'Istituto di scienze dell'atmosfera e del clima del Cnr parlando dell'emergenza smog. Il Cnr fa anche presente che "le condizioni atmosferiche" e le attività dell'uomo hanno avuto un "effetto di amplificazione".
I ricercatori del Cnr Paolo Bonasoni, Stefania Gilardoni, Tony Christian Landi, fanno presente che al di sopra della cosìdetta 'coperta' non c'è "contaminazione"; e che "in pianura padana le polveri sottili sono costituite prevalentemente da componenti secondarie", cioè "da trasformazioni chimiche e fisiche". Inoltre, osservano che "le condizioni atmosferiche" e le "attività antropiche" hanno avuto un "effetto di amplificazione" che ha portato a "un numero elevato di superamenti consecutivi" della soglia consentita dei limiti. "La configurazione orografica della Pianura Padana - dicono Bonasoni, Gilardoni, e Landi - favorisce l'accumulo ed il 'build-up' degli inquinanti atmosferici emessi in atmosfera, in particolare in situazioni di blocco anticiclonico, assenza di ventilazione e mancanza di piogge, in grado di 'lavare' l'atmosfera. Nel caso specifico, la subsidenza dovuta all'alta pressione favorisce la presenza di una inversione termica in quota che persiste anche nelle ore diurne sull'intero bacino padano". E' per questo che "valori particolarmente elevati di PM10 sono registrati a bassa quota, ed in modo costante", a partire dal 13 ottobre; mentre "a quote più elevate questo non succede". A proposito degli inquinanti, "in pianura padana le polveri sottili sono costituite prevalentemente da componenti secondarie; più della metà del materiale particolato" è cioè "prodotto in atmosfera da trasformazioni chimiche e fisiche"; questo avviene perché "le condizioni atmosferiche in atto hanno favorito le trasformazioni chimiche" dei gas emessi dalle "attività antropiche", favorendo la formazione del "particolato". Il risultato - concludono i ricercatori - è "un effetto di amplificazione" che ha portato "ad un numero elevato di superamenti".