L'inquinamento dell'aria potrebbe danneggiare la fertilità maschile. Alti livelli di polveri sottili (Pm2.5) sono infatti associati a un liquido seminale di qualità inferiore. A suggerirlo è una ricerca pubblicata sulla rivista Occupational & Environmental Medicine.
Un team internazionale di scienziati ha preso in esame 6.500 uomini taiwanesi tra il 2001 e il 2014 per indagare gli effetti di esposizioni brevi o prolungate alle polveri sottili. Come previsto dalle linee guida dell'Organizzazione mondiale della sanità, sono stati analizzati numero, forma, dimensione e motilità degli spermatozoi.
L'esposizione al Pm2.5 è risultata essere associata a dimensione e forma anormali degli spermatozoi. Al contrario, il numero di spermatozoi ha mostrato un incremento, che per gli esperti potrebbe essere dovuto a un meccanismo di compensazione, come risposta al peggioramento nella morfologia.
La portata dell'effetto riscontrato è relativamente piccola in termini clinici, spiegano gli studiosi. Tuttavia, avvertono, "data l'ubiquità dell'esposizione all'inquinamento atmosferico, un effetto contenuto del Pm2,5 sulla normale morfologia degli spermatozoi può comportare un numero significativo di coppie con infertilità".
Al momento non è chiaro in che modo l'inquinamento atmosferico possa compromettere lo sperma, ma diversi componenti del particolato, come i metalli pesanti e gli idrocarburi policiclici aromatici, sono stati collegati al danneggiamento degli spermatozoi in studi sperimentali.