La premier conservatrice Theresa May lancia nel Regno Unito una guerra senza quartiere ai rifiuti di plastica e promette l'eliminazione totale di quelli "non necessari" ma con una scadenza pluri-decennale, entro il 2042. Il piano per proteggere l'ambiente, che ha raccolto le critiche di opposizioni e ambientalisti, si deve compiere entro i prossimi 25 anni. Nel suo intervento ha definito "scioccante" la quantità di plastica che viene prodotta senza alcun bisogno per poi finire in molti casi gettata via per inquinare in particolare i mari e gli oceani. Fra le misure introdotte dal piano c'è l'annunciata imposta di 5 pence sui sacchetti della spesa monouso per tutti i rivenditori del Regno, non più solo le grandi catene, l'introduzione nei supermercati di corridoi con prodotti alimentari (in particolare le verdure) liberi da imballaggi di plastica e l'impegno ad aiutare i Paesi in via di sviluppo nello smaltimento dei rifiuti. Ma il piano della premier Tory, che ricorda la polemica italiana sui sacchetti biodegradabili, è stato fortemente criticato. Per Greenpeace, nonostante le buone intenzioni, gli interventi proposti sono tardivi rispetto all'emergenza rifiuti. Secondo Sue Hayman, portavoce per l'ambiente del Labour, si tratta di nuove promesse fatte dai conservatori che non saranno mantenute.