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Dal grafene un superfiltro per la purificazione dell'acqua

Da australiani tecnologia a basso costo ed elevato rendimento

Redazione ANSA SYDNEY

SYDNEY - Una membrana filtrante di grafene capace di purificare l'acqua in una singola fase, che promette una filtrazione efficace e a basso costo per i 2,1 miliardi di persone che non hanno accesso ad acqua potabile. L'hanno sviluppata gli scienziati dell'ente australiano di ricerca Csiro, con la collaborazione di università australiane e di Singapore. La tecnologia detta GraphAir, descritta sull'ultimo numero di Nature Communications, si basa sulla sostanza premio Nobel (il grafene) ricavata da olio di semi di soia, ed è costituita da uno strato di atomi di carbonio di spessore equivalente alle dimensioni di un solo atomo, che ha la resistenza meccanica del diamante, la flessibilità della plastica e conduce l'elettricità meglio del rame. La tecnologia di basso costo sviluppata dai fisici australiani impiega olio di semi di soia in condizioni ambientali normali. L'olio è riscaldato per circa 30 minuti finché non si disgrega in unità di carbonio essenziali per la sintesi del materiale e poi rapidamente raffreddato su fogli da nichelio. Nelle sperimentazioni un filtro di 4 cm quadrati ha purificato un litro di acqua di mare al giorno. Gli scienziati intendono ora produrre fogli di format A4, che aumenterebbero di 100 volte la resa.

A differenza delle attuali membrane filtranti, il materiale non si intasa con l'inquinamento o altri contaminanti. Quindi può essere usato più a lungo prima di essere sostituito, mentre i contaminanti non debbono essere rimossi prima della purificazione. Le applicazioni andranno dalla desalinizzazione su larga scala al trattamento di acque di scarico, a purificatori d'acqua per famiglie del terzo mondo.

Nell'insieme, il grafene è considerato uno dei nuovi materiali con le più interessanti possibilità d'impiego a livello globale: per le sue eccezionali qualità ha il potenziale di essere impiegato in ogni genere di campi, dall'elettronica ai congegni biomedici e ai pannelli solari, oltre alla filtrazione dell'acqua. Le tecniche di produzione correnti comportano l'uso di intenso calore sotto vuoto, di costosi ingredienti come metalli di alta purezza e di gas compressi esplosivi. "Fino a oggi, l'alto costo di produzione del grafene è stato il principale ostacolo alla sua commercializzazione", scrive Zhao Jun Han. La nuova tecnologia "potrà ridurre il costo di produzione e ampliare il suo uso in nuove applicazioni". Tra le caratteristiche del grafene, l'alta resistenza meccanica abbinata a una grande flessibilità: due qualità che si ritiene potrebbero renderlo protagonista nella produzione di batterie, cavi, schermi e auricolari, ma anche sensori fotografici, generatori elettrici, pannelli solari e vernici.

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