ROMA - A sette anni dalla catastrofe nucleare di Fukushima in alcune zone la contaminazione è 100 volte superiore alle norme. E' quanto emerge in un'analisi relativa alla situazione delle aree contaminate dalla catastrofe nucleare dell'11 marzo 2011 diffusa oggi da Greenpeace Giappone che ricorda che l'attuale politica governativa giapponese è di consentire esposizioni fino a 20 mSv all'anno contro il valore di 1mSv previsto dalle Nazioni Unite. In questa maniera, denuncia Greenpeace, il governo potrebbe far rientrare la popolazione nelle aree contaminate, ma "i risultati delle nostre indagini - dichiara Kazue Suzuki, della campagna Energia di Greenpeace Giappone - forniscono la prova che esiste un rischio significativo per la salute e la sicurezza di un eventuale ritorno degli evacuati".
Dal rapporto, che si basa su una serie di campionamenti emerge che in una zona di Obori, il massivo livello di radiazioni misurato a 1m darebbe l'equivalente di 101 mSv all'anno, ovvero cento volte il limite massimo annuale raccomandato, supponendo che una persona resti lì per un anno intero. "Questo elevato livello di esposizione radioattiva- si legge nella nota - è chiaramente una minaccia, anzitutto per le migliaia di lavoratori impegnati nella decontaminazione". In quattro delle sei case di Iitate, invece, nonostante la decontaminazione, i livelli medi di radiazione sono tre volte più alti rispetto all'obiettivo governativo a lungo termine. Non solo: alcune aree hanno mostrato un aumento rispetto all'anno precedente, che potrebbe derivare dalla ricontaminazione frutto delle piogge. E ancora in un'area usata come banco di prova per la decontaminazione nel 2011-12, in una casa di Tsushima è stata rilevata una dose di 7 mSv all'anno, prova evidente che rivela l'inefficacia del lavoro svolto. Infine una scuola nella città di Namie, dove l'ordine di evacuazione è stato revocato, la decontaminazione non è riuscita a ridurre significativamente i rischi di radiazioni, con livelli in una foresta vicina con un tasso medio di dose di oltre 10 mSv all'anno. "Il governo giapponese - conclude Suzuki - deve smettere di costringere le persone a tornare a casa e deve proteggere i diritti dei propri cittadini".