di Stefania De Francesco
Mentre l'Italia rischia a giorni il deferimento alla Corte di giustizia Ue in tema di inquinamento atmosferico, entra in azione il monitoraggio comune anti-smog del Bacino Padano, una delle aree più inquinate d'Europa e al centro delle osservazioni dell'Unione Europea. Emilia-Romagna, Lombardia, Veneto, Piemonte, Friuli Venezia Giulia, Valle d'Aosta, Provincia Autonoma di Trento adottano un protocollo comune per monitorare in modo coordinato e omogeneo le azioni in campo per migliorare la qualità dell'aria.
E' il primo dei risultati attesi dal progetto europeo "Prepair" (Po Regions Engaged to Policies of Air - le regioni del Po impegnate nelle politiche per l'aria), di cui i sette soggetti in campo (le sei regioni e la provincia autonoma) sono partner. Il progetto prevede azioni comuni per limitare le emissioni di polveri fini, ossidi di azoto e ozono nei prossimi anni, ha durata fino al 31 gennaio 2024, è sostenuto da un budget totale di 16.805.939 euro con un co-finanziamento europeo di 9.974.624 euro ed è guidato dalla Regione Emilia Romagna.
In via sperimentale fino al 2023, i sette partner del progetto utilizzeranno un apposito applicativo web che incrocerà i dati immessi e valuterà le 427 misure già pianificate dalle Regioni tramite i propri Piani per la qualità dell'aria e altri piani e programmi che afferiscono a tutti i settori impattanti, dalla mobilità all'industria, all'efficientamento energetico del patrimonio immobiliare residenziale e terziario, dalla combustione delle biomasse all'agricoltura. "Prepair" punta, tra l'altro, a promuovere stili di vita, di produzione e di consumo più sostenibili nell'area padana.
Il via all'adozione del Protocollo comune arriva dopo l'approvazione da parte di Emilia-Romagna, Lombardia, Veneto, Piemonte, Friuli Venezia Giulia, Valle d'Aosta e Provincia Autonoma di Trento tramite lo steering committee (comitato esecutivo) di progetto. Il protocollo di monitoraggio prevede una struttura comune di responsabilità, scadenze e indicatori di monitoraggio, e l'utilizzo da parte delle Regioni di una piattaforma web per classificare le azioni, valutare e comunicare i risultati conseguiti a livello di bacino padano.
Gli indicatori utilizzati permetteranno di avere il quadro sia degli strumenti di policy attivati e delle risorse finanziarie utilizzate, sia degli impatti concreti sul territorio, nonché quello della riduzione di emissioni inquinanti.(ANSA).