Azione dimostrativa di attivisti di Greenpeace che hanno montato, questa mattina in pieno centro a Roma, di fronte al Pantheon, una riproduzione a grandezza naturale di due balene alte rispettivamente 6 e 3 metri che emergono da un mare invaso da rifiuti in plastica monouso, per denunciare come i nostri mari, e le specie che in essi vivono, siano in grave pericolo a causa dell'uso smodato di plastica usa e getta e dell'inquinamento che ne deriva.
"È necessario che i grandi marchi" che producono plastica monouso "si assumano le proprie responsabilità di fronte a questo grave inquinamento, partendo dalla riduzione dei quantitativi di plastica usa e getta immessi sul mercato - rileva Giuseppe Ungherese, responsabile Campagna Inquinamento di Greenpeace Italia.
Tra maggio e giugno, grazie al contributo dei suoi volontari, Greenpeace Italia ha organizzato in sette spiagge italiane - Bari, Napoli, Trieste, Palermo, Fiumicino, Chioggia e Parco Regionale di San Rossore - la raccolta e la catalogazione dei rifiuti in plastica per categoria merceologica (imballaggi per alimenti, igiene domestica o personale), tipologia di plastica (polimero) e, laddove possibile, marchio di appartenenza. I risultati sono contenuti nel rapporto "Stessa spiaggia, stessa plastica" diffuso oggi dall'organizzazione ambientalista.
"Nella lotta intrapresa all'uso della plastica, istituzioni, cittadini e aziende devono fare fronte comune" dichiara il ministro dell'Ambiente Sergio Costa commentando l'iniziativa di Greenpeace e osservando che "la plastica inquina il nostro pianeta, in particolare i nostri mari, rendendo impossibile la vita delle specie che li abitano". "Noi faremo la nostra parte lavorando per vietarne l'uso negli uffici pubblici - spiega il ministro - Occorre però un coinvolgimento più ampio, con campagne di sensibilizzazione rivolte ai singoli cittadini, affinché ognuno comprenda quanto prezioso può essere il contributo derivante dalle piccole azioni quotidiane. E serve coinvolgere maggiormente anche le imprese - conclude Costa - che devono diventare i nostri primi alleati nel passaggio, sempre più necessario, a un modello di economia circolare".