ROMA - Milioni di turisti visitano ogni anno i parchi nazionali degli Stati Uniti per ammirare i paesaggi che hanno reso celebre l'America. Ma se il loro obiettivo è anche ossigenare i polmoni, potrebbero avere brutte sorprese. Nei paesaggi naturali che hanno reso celebre l'America infatti l'aria non è così incontaminata come sembra. Anzi, secondo uno studio pubblicato su Science Advanced, c'è più o meno lo stesso inquinamento atmosferico delle grandi città.
I ricercatori della Cornell University di Ithaca, New York, hanno confrontato i livelli di ozono registrati tra il 1990 e il 2014 in 33 parchi nazionali, come lo Yosemite National Park, Acadia Park, il Great Smoky Mountains e lo Yellowstone, e in 20 delle più grandi città degli Stati Uniti. Dopo aver controllato il clima e la stagione, il team ha rilevato che i livelli di inquinamento da ozono nei parchi e nelle grandi città erano sostanzialmente simili e spesso con concentrazioni superiori ai livelli di guardia. "E' qualcosa che non ci aspettavamo affatto", afferma Ivan Rudik, economista ambientale e coautore dello studio.
"L'ozono inizia a formarsi quando i gas di ossido di azoto spesso emessi dalle auto o il particolato delle centrali elettriche a carbone si combinano con i composti organici emessi dalla vegetazione come gli alberi. La luce solare reagisce con questa miscela per poi produrre ozono", spiega Rudik. I livelli di ozono estivi nei parchi statunitensi erano aumentati fino al 2000, quindi hanno iniziato a calare grazie a una serie di provvedimenti, ma la diminuzione è stata modesta rispetto alle città. I risultati sollevano problemi di salute per le persone che visitano i parchi, perché l'esposizione ad elevati livelli di ozono può irritare naso e gola o causare asma. Fortunatamente però solo il 35% delle visite in media, avviene nei periodi con maggior inquinamento, probabilmente, ipotizzano i ricercatori, perché sono anche quelle in cui l'aria è meno nitida.