ROMA - Il presidente di Legambiente Stefano Ciafani, insieme a Piergiorgio Boscagin del circolo Legambiente Perla Blu di Cologna Veneta (Verona) e del Coordinamento Acqua Libera dai Pfas, ha consegnato questa mattina al ministro dell'Ambiente Sergio Costa le firme raccolte per la petizione "BASTA PFAS" proposta da Legambiente e dal Coordinamento Acqua Libera dai Pfas. Ad oggi, sono 14.306 i cittadini che chiedono di normare la presenza delle sostanze perfluoroalchiliche nelle acque di falda, uniformandola ai valori più restrittivi vigenti nel mondo.
Il ministro Costa ha ascoltato per oltre due ore i rappresentanti dei comitati e delle associazioni locali. Al termine ha ribadito l'impegno già preso in precedenza, ovvero di fissare limiti nazionali per i Pfas (al momento ci sono solo in Veneto). Costa incontrerà nuovamente i comitati per fare il punto sugli sviluppi della vicenda.
"A cinque anni dalla conferma dell'inquinamento da Pfas in Veneto - scrive Legambiente -, che secondo l'Arpa regionale comincia già dalla fine degli anni 70, la nostra normativa nazionale e regionale prevede limiti assolutamente insufficienti e ancora mancano limiti precisi per le matrici alimentari e per la presenza dei contaminanti in questione nei terreni".
L'inquinamento interessa tre province venete: Vicenza, Verona e Padova. In particolare i 24 Comuni inseriti dalla Regione Veneto nella cosiddetta "zona rossa". La maggior indiziata, secondo le analisi di Arpa Veneto, è la Miteni Spa, ex Rimar, una fabbrica chimica di Trissino (Vicenza).