La simulazione di un'avaria di una nave in transito dalle Bocche di Bonifacio verso l'isola di Caprera, con conseguenti sversamento di circa 200 tonnellate di carburante e spiaggiamento di una parte dell'inquinante sia sulla costa nord-orientale della Sardegna sia sul Parco de La Maddalena, è stata realizzata oggi, alla presenza del ministro dell'Ambiente, Sergio Costa.
La simulazione - a cui hanno partecipato tra gli altri l'Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) e l'Arpa Sardegna (l'agenzia regionale che fa capo all'Ispra) - è prevista dall'Accordo italo-franco-monegasco denominato "Ramoge", che "ha lo scopo di intensificare la cooperazione scientifica, tecnica, giuridica e amministrativa e fornire uno strumento con cui i governi francese, monegasco e italiano mettono in atto azioni di gestione integrata del litorale, finalizzate alla prevenzione e alla lotta contro l'inquinamento dell'ambiente marino". La zona, spiega una nota dell'Ispra, interessa la Regione Provenza-Alpi-Costa Azzurra, il Principato di Monaco, Corsica e le Regioni Liguria, Sardegna, Toscana e Lazio.
Ogni anno, il Mar Mediterraneo subisce sversamenti di idrocarburi per circa 600.000 tonnellate, ricorda l'Ispra, rilevando che sono stati 27 gli incidenti occorsi negli ultimi trent'anni, a cui si aggiungono "tutti gli sversamenti in mare volontari di idrocarburi da navi, cosiddette 'attività operazionali', che hanno gravemente compromesso l'ecosistema, determinando danni ambientali difficilmente calcolabili persino dagli attuali sistemi di indagine scientifica".
"Negli ultimi decenni, la comunità internazionale si è impegnata per l'adozione di norme maggiormente stringenti per garantire un maggior tasso di sicurezza ambientale del trasporto in mare" ricorda l'Ispra rilevando che il Mediterraneo "è ancora oggi una fonte inestimabile di biodiversità: sono presenti infatti 12.000 specie marine, circa il 10% del totale degli animali che popolano i mari del pianeta". Per quanto riguarda il traffico marittimo, vi operano "annualmente circa 200.000 imbarcazioni di grandi dimensioni" di cui "circa 300 navi cisterna giornaliere che trasportano prodotti petroliferi. Nel suo bacino transitano via nave oltre 350 milioni di tonnellate annue (oltre il 25% del quantitativo mondiale).
L'Arpa Sardegna e l'Ispra "assicureranno il supporto tecnico e operativo per la verifica delle conseguenze ambientali degli inquinanti, il supporto alla scelta delle misure di intervento e gestione dell'emergenza, in supporto alla Guardia Costiera, al ministero dell'Ambiente, alla Prefettura di Sassari e alla Protezione civile. Parteciperanno, inoltre, le Agenzie Regionali per la Protezione dell'Ambiente il cui territorio ricade nell'area Ramoge in qualità di osservatori. La zona di applicazione del piano si estende dalla foce del Rodano, ad ovest, al faro di Capo d'Anzio ad est, comprendendo Sardegna e Corsica. Queste esercitazioni su scala reale permettono di valutare la reattività dei mezzi mobilitati in caso di vero inquinamento e di capire il livello di interazione tra le organizzazioni dei tre paesi.
Costa, la prevenzione è la nostra prima arma
"Questa esercitazione rappresenta un'occasione unica per testare in un'area di mare particolarmente sensibile la risposta in caso di incidente petrolifero. Se riusciamo a intervenire in quest'area, coordinandoci anche con altri due Paesi, vuol dire che riusciremo a farlo in qualsiasi tratto di mare del Mediterraneo" ha affermato il ministro dell'Ambiente Sergio Costa che segue dalla Maddalena la simulazione dello sversamento di idrocarburi da una nave in avaria, a est di Caprera. "L'esercitazione ha una doppia valenza - ha aggiunto il ministro Costa - serve non solo a testare il sistema di risposta a un'emergenza, ma anche a capire cosa fare perché l'emergenza non si verifichi mai. La prevenzione è la nostra prima arma - ha concluso Costa - Oggi lo Stato c'è ed è rappresentato ai massimi livelli della tutela ambientale. Per questo voglio ringraziare tutte le forze in campo". La simulazione inscena l'urto di una nave cisterna in avaria contro gli scogli affioranti della secca dei "Monaci", a est di Caprera, con riversamento in mare di 200 tonnellate di prodotto inquinante (sostituito ai fini della simulazione da lolla di riso, prodotto organico molto appetibile per i pesci).