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Aumentano le emissioni di CO2 per produrre energia

Aie, livelli record in Usa, Cina e India ma la Ue è controtendenza

Redazione ANSA BRUXELLES

BRUXELLES - Nel 2018 le emissioni globali di anidride carbonica legate alla produzione di energia sono aumentate dell'1,7%, raggiungendo il massimo storico di 33,1 Gt di CO2. E' quanto emerge dagli ultimi dati dell'Agenzia Internazionale dell'Energia (Aie), che attribuiscono l'85% dell'aumento di emissioni a Usa, Cina e India, mentre l'Ue è in controtendenza.

Nel 2018 a dispetto di una crescita dell'economia dell'1,8% la domanda di energia in Europa è cresciuta solo dello 0,2%, consentendo di ridurre le emissioni del settore dell'1,3% rispetto all'anno precedente. Una congiuntura che l'Aie spiega soprattutto con l'evoluzione del mix energetico in Germania e Regno Unito, meno dipendente dal carbone, e sull'utilizzo sempre più importante di idroelettrico e nucleare in Francia. Tra le altre grandi economie mondiali, anche in Giappone si segnala una diminuzione delle emissioni.

L'Europa ha già tecnologie e legislazione per andare ben oltre l'impegno di ridurre le emissioni di almeno il 40% entro il 2030, secondo un rapporto di Sandbag, think tank specializzato in politiche climatiche con sedi a Londra e Bruxelles. Secondo le simulazioni di Sandbag, le legislazioni già approvate dall'Ue, come il pacchetto energia pulita che riceverà l'ok dalla plenaria di Strasburgo oggi, le nuove regole per tagliare le emissioni di automobili (voto a Strasburgo mercoledì) e le annunciate chiusure di impianti energetici a carbone in tutta Europa hanno il potenziale per ridurre del 50% le emissioni di gas serra. Ciò significa, conclude Sandbag, che la discussione sulle ambizioni climatiche dell'Europa nel 2030 dovrebbe concentrarsi su una riduzione di "almeno il 50%" delle emissioni rispetto ai livelli del 1990.

Elettricità: ok Pe a mercato Ue più pulito e vantaggioso
Vantaggi per i consumatori, tra cui contatori intelligenti, prezzi dinamici e possibilità di cambiare fornitore più rapidamente. Soppressione graduale degli aiuti di Stato alle centrali a carbone e nuove misure Ue per prevenire blackout elettrici. Sono i punti centrali delle nuove regole per creare un mercato europeo dell'elettricità più pulito, più competitivo e in grado di affrontare più efficacemente le emergenze.

Il Parlamento ha adottato in via definitiva quattro nuove legislazioni sul mercato elettrico Ue, concordate informalmente con i ministri dell'Unione alla fine del 2018, concludendo così il percorso legislativo del pacchetto Energia pulita per tutti gli europei. L'accordo sul "mercato interno dell'elettricità" (regolamento) è stato approvato con 544 voti favorevoli, 76 contrari e 40 astensioni. L'accordo sulle "norme comuni per il mercato interno dell'elettricità" (direttiva) è stato approvato con 551 voti favorevoli, 72 contrari e 37 astensioni.

I consumatori trarranno notevoli vantaggi dalle nuove norme, poiché avranno accesso a contatori intelligenti e a prezzi dinamici. Disporranno inoltre della possibilità di cambiare fornitore senza costi, entro un periodo massimo di tre settimane (24 ore entro il 2026). Gli Stati membri potranno anche regolamentare temporaneamente i prezzi per assistere e proteggere le famiglie povere o vulnerabili. Tuttavia, i sistemi di sicurezza sociale dovrebbero essere lo strumento principale per affrontare la povertà energetica.

Uno dei principali obiettivi delle nuove norme è quello di consentire che almeno il 70% della capacità commerciale attraversi liberamente le frontiere, facilitando gli scambi di energia rinnovabile attraverso le frontiere dell'Ue. In tal modo si vogliono sostenere gli sforzi per il conseguimento dell'obiettivo vincolante dell'Unione, che fissa la quota di energia da fonti rinnovabili al 32% del consumo finale lordo entro il 2030.

Le norme Ue consentono attualmente alle autorità nazionali di pagare le centrali a carbone per un periodo di tempo limitato in caso di picco della domanda, grazie ad un meccanismo noto come 'regolazione della capacità'. Le nuove norme introdurranno limiti più stringenti per gli Stati membri che sovvenzionano le centrali elettriche, per evitare che le centrali a carbone più inquinanti in Europa ricevano aiuti di Stato. Le misure si applicheranno a tutte le nuove centrali elettriche, a partire dalla data di entrata in vigore del regolamento e a quelle esistenti a partire dal 2025. Le nuove norme non incideranno sui contratti di capacità conclusi prima del 31 dicembre 2019.

La nuova legislazione sulla preparazione del settore elettrico nell'affrontare le emergenze è stata approvata con 569 sì, 61 contrari, e 34 astensioni. Le nuove misure garantiscono una migliore protezione dei cittadini Ue contro le improvvise carenze di approvvigionamento elettrico che portano ai blackout. Gli Stati membri saranno tenuti a elaborare piani nazionali per valutare il rischio di penuria energetica e a cooperare a livello regionale. Gli Stati membri che ricevono assistenza da altri Paesi Ue dovrebbero sostenere tutti i costi ragionevoli connessi. Per poter regolare in maniera migliore il mercato dell'elettricità Ue, le norme che istituiscono l'Agenzia per la cooperazione fra i regolatori nazionali dell'energia (ACER) sono state modificate e l'Agenzia riceverà più compiti e maggiori poteri. L'accordo sull'ACER è stato approvato con 558 a favore, 75 contrari e 31 astensioni. Gli accordi dovranno ora essere approvati ufficialmente dai ministri Ue e pubblicati nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea prima di poter entrare in vigore.

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